La vittoria ottenuta a Marassi contro il Genoa può segnare davvero una svolta nel cammino del Palermo? Indicazioni più precise, in tal senso, le fornirà la gara contro il Pescara in programma domani sera al Barbera (ore 20,45) e valida per la penultima giornata del girone di andata. Con un successo, i rosanero darebbero slancio al proprio percorso alimentando ulteriormente le chance di salvezza anche in virtù della sconfitta rimediata ieri sera dall’Empoli in casa dell’Atalanta (con i tre punti la formazione di Corini salirebbe a quota 12 portandosi a -2 dal quartultimo posto occupato dai toscani). In caso di pareggio o sconfitta, invece, la squadra sprecherebbe una grande opportunità ridimensionando contestualmente la portata dell’impresa compiuta al Ferraris. Parola al campo, dunque. La sentenza sarà emessa al termine del match di domani. Uno scontro salvezza di fondamentale importanza per entrambe le squadre e in cui i punti in palio, trattandosi appunto di uno scontro diretto, avranno un valore doppio.
Al «Barbera» si affrontano due compagini relegate nei bassifondi della classifica ma con un umore diametralmente opposto. La carica e l’adrenalina post-Genoa dei rosanero, chiamati ad invertire la rotta tra le mura amiche dopo otto sconfitte interne consecutive, contrastano con lo stato d’animo di un Pescara in caduta libera. Gli abruzzesi, che dopo il ko interno con il Bologna hanno preparato in ritiro il match contro il Palermo, sono in piena crisi di risultati (due sconfitte di fila ed un solo punto racimolato nelle ultime 9 gare) e le contestazioni subite dalla squadra nei giorni scorsi non hanno contribuito ad alleggerire il clima che si respira intorno alla formazione guidata da Oddo. Fanalino di coda del torneo con 8 punti e unica squadra che ancora non ha vinto una partita sul campo (l’unico successo, contro il Sassuolo, è arrivato a tavolino).
Sulla carta, i rosa avranno un impegno piuttosto abbordabile ma dovranno fare attenzione alla fame e alla voglia di riscatto dell’avversario: «Il Pescara sarà arrabbiato dopo la sconfitta con il Bologna e arriverà qui come abbiamo fatto noi a Genova – ha sottolineato Corini alla vigilia della partita – dobbiamo lavorare su alcuni difetti ma, dal punto di vista dell’atteggiamento, della voglia di crederci fino all’ultimo e di affrontare le difficoltà, a Genova abbiamo costruito ottime premesse in funzione della gara di domani. Una partita importantissima, uno scontro diretto che potrebbe essere determinante per il nostro futuro». Il tecnico ha ricevuto a Marassi le risposte che cercava soprattutto sul piano del carattere e della mentalità: «Secondo me, all’interno dell’esultanza dopo il gol del 4-3 c’è tutto ciò che dovrebbe avere un gruppo di lavoro. All’interno di quell’esultanza collettiva c’è l’anima di una squadra e senza un’anima, intesa come amore, sentimento e spirito di appartenenza, una squadra non potrebbe giocare a calcio. Siamo riusciti ad intravedere la luce in fondo al tunnel ma adesso serve continuità».
Sono 26 i convocati. Corini, intenzionato a confermare il 3-4-2-1 proposto a Marassi, deve sciogliere qualche nodo in difesa. Dopo l’infortunio rimediato lo scorso 27 novembre nella gara contro la Lazio, torna a disposizione Gonzalez ma andranno valutate le condizioni di diversi compagni di reparto. Cionek (alle prese con i postumi di una contusione alla coscia destra), Andelkovic e Vitiello, infatti, in questi giorni hanno lavorato a parte. Sulla trequarti, restano in prima fila Bruno Henrique e Quaison con Diamanti inquadrato ancora come jolly da sfruttare in partita in corso.
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