Palermo, con la Lazio un pari amaro Squadra poco cinica, serve concretezza

Alzi la mano chi non avrebbe firmato per un pari all’Olimpico contro la Lazio. Probabilmente, nessuno avrebbe buttato un punto ottenuto contro la squadra di Pioli, ma per quello che si è visto in campo, il Palermo ha buttato al vento la possibilità di fare bottino pieno. Questo perché la Lazio di ieri è sembrata una squadra confusa e nervosa, ancora in balìa del periodo negativo che è costato ai capitolini tre sconfitte consecutive. I rosa mai come ieri sembravano avere la partita in pugno, una gara condotta senza particolari patemi d’animo fino all’ingenuità di Hiljemark che è costata il rigore, poi trasformato da Candreva.

Ballardini ha disegnato un Palermo nuovo rispetto a quello di iachiniana memoria: squadra schierata con il 4-3-1-2, modulo tanto caro al tecnico di Ravenna e spazio a diversi giocatori che con l’ex allenatore faticavano a trovarlo. La squadra ha tenuto bene il campo, trovando un vantaggio quasi casuale al 20’ e collezionando diverse chances per raddoppiare. Tuttavia, il gol dello 0-2 non è mai arrivato. Gilardino ieri ha difeso molto bene il pallone facendo salire spesso i rosa, ma non ha mai concluso verso la porta; chi invece di conclusioni ne ha fatte diverse è stato Chochev, ma il bulgaro ha sempre tirato addosso a Marchetti.

Il nuovo tecnico ha comunque convinto anche i più scettici: il Palermo visto ieri all’Olimpico è sembrato reattivo e sul pezzo, come non capitava ormai da diverso tempo. Forse a questa squadra serviva uno scossone, ma bisogna comunque imparare a essere più concreti per portare a casa punti pesanti. Anche perché ieri, nel finale, il Palermo ha rischiato di tornare a casa a mani vuote, con la Lazio proiettata in avanti alla ricerca di un gol che però non è arrivato.

Un Palermo inedito quello di Ballardini e alcune pedine del suo scacchiere rappresentano delle vere e proprie scommesse vinte. A partire da Goldaniga, difensore classe ’93 utilizzato con il contagocce da Iachini e ieri schierato per la prima volta titolare. L’ex Perugia ha portato in vantaggio i siciliani con un destro sugli sviluppi di un calcio d’angolo, regalandosi così un esordio da sogno, ma ha anche composto una coppia difensiva con Gonzalez sembrata invalicabile. Il nuovo modulo e la nuova collocazione tattica sembra aver giovato anche a Brugman: l’uruguaiano è stato schierato a ridosso dei due uomini più avanzati e ha mostrato di che pasta è fatto, con giocate di classe e un’ottima visione di gioco. Aspettando il miglior Vazquez e la miglior forma fisica di Gilardino, non resta che ripartire da questi giovani.

Luca Di Noto

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