Palermo calcio, 27 dipendenti senza stipendio da giugno «Rispetto anche per loro, non solo per stelle e calciatori»

Non solo campo, iscrizione al campionato e futuro in serie D. Alla base della macchina organizzativa del Palermo, che sia la vecchia società o la nuova, ci sono tanti dipendenti che fanno girare tutto alla perfezione. Per la precisione si tratta di 27 lavoratori che però, dopo la mancata iscrizione in serie B e l’insediamento recente della nuova proprietà (la Hera Hora di Dario Mirri e Antonino Di Piazza), non ricevono lo stipendio dallo scorso mese di giugno. «Ho chiesto un incontro alla vecchia società e anche alla nuova – spiega a MeridioNews il segretario Slc Cgil Maurizio Rosso -. Vorrei che questo passaggio fosse fatto con serenità, con l’attenzione dovuta ai lavoratori del settore, con la certezza delle clausole sociali e per disegnare un futuro di tranquillità e di lavoro consolidato». E il futuro prossimo appare tutt’altro che tranquillo, considerando che i lavoratori non percepiscono soldi da un paio di mesi: «Chiedo sostanzialmente garanzie perché si possa andare avanti. I dipendenti del Palermo devono avere i soldi da giugno in poi, più una parte di quattordicesima. Bisogna comunque affrontare con calma tutte le discussioni».

Rosso ha annunciato di aver scritto due lettere per tutelare i dipendenti del Palermo. Una indirizzata ad Arkus Network e l’altra a Hera Hora: «Alla vecchia società dico di saldare i dipendenti e di pagare gli emolumenti che spettano loro. Chiedo però anche attenzione al sindaco, perché non vorrei che questa storia diventasse come quella dell’ippodromo, ormai chiuso da due anni». E proprio su quest’ultima questione, il segretario Slc della Cgil apre una parentesi: «Quello dell’ippodromo è un capitolo vergognoso, perché se ci sono inchieste da fare bisogna farle, i dipendenti sono senza lavoro ormai da due anni e questo la Cgil non lo può accettare». Nella seconda lettera, quella indirizzata alla nuova proprietà, invece si chiede dialogo sin da subito: «Chiedo anche al sindaco di vigilare sull’applicazione corretta della clausola sociale, mentre alla nuova società chiedo di avere relazioni sindacali con noi serie, fattive e collaborative e poi un piano di sviluppo dove si possano consolidare occupazione e lavoro».

Il futuro dei dipendenti può essere sereno soltanto rispettando delle semplici indicazioni: «Si tratta di lavoratori – prosegue Rosso – che guadagnano non tantissimo, ma con questo non voglio dire poco. Per un settore così importante per questa città ci vogliono garanzie occupazionali, di sviluppo e investimenti. Oltreché chiarezza nei rapporti col sindacato». Rosso non ha però ancora avuto modo di parlare con qualcuno della nuova società in maniera diretta: «Ho mandato la richiesta d’incontro poche ore fa, penso che a breve dovrei essere convocato per discuterne». Infine, il segretario chiude l’argomento facendo anche un paragone con quelli che, solitamente, vengono sempre considerati i protagonisti dello sport: «Questa città ha un sacco di problemi, non vogliamo aggiungerne un altro riguardante un settore di eccellenza, come lo sport e il calcio. Questa è una città importante, con una squadra forte. E con tutto il rispetto per le stelle, i calciatori e quant’altro, bisogna anche avere rispetto per i dipendenti che lavorano dietro le quinte e si fanno un mazzo così. Anche loro meritano un futuro sereno».

Luca Di Noto

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