Non sono giovani né particolarmente belli. I volti degli ex sindaci a Palazzo degli elefanti non invecchiano al posto dei personaggi che rappresentano, né sono causa di particolare fascinazione. Non sono, insomma, degni di attenzione letteraria. Sono, però, una formalità istituzionale, un tributo artistico dedicato al sindaco uscente. C’è un intero corridoio, al primo piano dell’edificio di piazza Duomo, che accoglie, tra cornici e sorrisi, i ritratti dei passati reggenti del Comune di Catania. Solo che, dopo un Enzo Bianco dei tempi che furono e un sorridente Umberto Scapagnini, invece del volto rassicurante di Raffaele Stancanelli, rimasto nella memoria dei catanesi il sindaco-ragioniere e attualmente indagato dalla procura etnea per falso ideologico nei bilanci tra il 2009 e il 2011, c’è una parete spoglia. Un vuoto che, per tradizione e per mero esercizio di bon ton, avrebbe dovuto essere colmato nei mesi immediatamente successivi all’elezione (di nuovo) di Enzo Bianco. Solo che l’attuale primo cittadino si è insediato il 15 giugno 2013 e un anno è già volato. Senza che di Stancanelli si veda non l’ombra, ma neanche la bozza.
Il diretto interessato, comunque, si fa una risata: «È la prima volta che vengo sollecitato su questo problema», dice, ironico. «Francamente, proprio non lo so perché il mio ritratto non sia lì aggiunge È una consuetudine, un’abitudine storica, immagino che anche se nessuno mi ha detto niente lo metteranno». Lui, però, non sembra dargli alcuna importanza: «Si figuri, che sarà mai». Chi invece a quella tradizione dovrebbe tenerci particolarmente, non fosse altro che per il ruolo che ricopre, è il commendatore Luigi Maina, pluriottantenne cerimoniere del Comune di Catania, il cui numero di telefono, però, ha più volte squillato a vuoto.
I ritratti della galleria dei sindaci non sono firmati tutti dalla stessa mano d’artista. I più antichi portano la sigla di Emanuele Di Giovanni, nato a Catania nel 1887 e morto nella sua città 92 anni dopo, dopo aver esposto perfino nei Musei vaticani. Molti dei quadri più recenti, invece, sono opera di Giuseppe Piazza, classe 1952, ex studente della nostrana accademia delle Belle arti. A lui si devono i dipinti dei democristiani Salvatore Micale (sindaco dal 1969 al 1972), Salvatore Coco (1978-1982), Angelo Munzone (1982-1984), Francesco Attaguile (1985), Antonino Mirone (1985-1986) e Giuseppe Sangiorgio (1986-1987).
A rompere per la prima volta il monopolio della Democrazia cristiana a Catania fu il giovanissimo Enzo Bianco, nel 1988, all’epoca militante nel Partito repubblicano italiano. E, ancora oggi, unico esponente di centrosinistra ad aver occupato lo scranno più alto di Palazzo degli elefanti. Prima di lui – il cui mezzobusto galleggia su un luminoso sfondo giallo, nella tela che lo riguarda – Raffaele Stancanelli. Il quale, con l’avviso di garanzia notificato di recente, non avrà probabilmente molto da sorridere.
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