Palaspedini, otto migranti colpiti da scabbia Il medico: «Dovevano stare in isolamento»

Gli ultimi migranti rimasti al Palaspedini sono stati trasferiti ieri sera al Cara di Mineo. Erano in otto e facevano parte del folto gruppo arrivato a Catania lo scorso 31 ottobre, quasi tutti di origine somala e sub-sahariana. Un gruppetto che ha prolungato la permanenza nell’impianto sportivo non a causa di resistenze nell’identificazione, ma per motivi sanitari. Erano colpiti dalla scabbia, malattia infettiva che provoca irritazione della pelle e prurito allergico. «E’ molto contagiosa, ma curabile con un trattamento specifico a base di permetrina, il soggetto colpito va tenuto in isolamento relativo», spiega un medico dell’ospedale Cannizzaro. Nei primi giorni, tuttavia, gli otto non sono stati allontanati dal gruppo di 198 migranti insieme a cui erano arrivati.

«La scabbia non è così contagiosa, dipende dallo stadio in cui si manifesta – si difende Rosaria Giuffrè, responsabile del settore immigrazione delle Prefettura – Molti avevano i sintomi solo nelle mani. Sono stati sottoposti subito ad antibiotico e trattamento specifico. Non ci sono stati altri contagi». In realtà la malattia ha un periodo di incubazione che va dalle quattro alle sei settimane, al termine del quale si manifesta. «Non andavano lasciati insieme alle persone sane, perché la scabbia si trasmette per contatto diretto», puntualizza il medico dell’ospedale catanese.

Il gruppetto è stato trasferito ieri sera al Centro di accoglienza per richiedenti asilo, dopo il via libera di uno specialista. Qui continueranno il trattamento fino alla scomparsa totale della malattia. Nel frattempo stamattina alcuni dipendenti del Comune, muniti di guanti, hanno iniziato la pulizia del Palaspedini che dovrà essere sottoposto a disinfettazione per poter tornare ad essere utilizzato per le attività sportive.


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Gli ultimi migranti, piccola parte di quelli sbarcati a Catania lo scorso 31 ottobre, sono stati trasferiti ieri sera al Cara di Mineo. La permanenza prolungata non è stata dovuta alle resistenze per l'identificazione, ma alla contagiosa malattia infettiva di cui soffrivano gli otto. Che, tuttavia, sono rimasti per i primi giorni insieme al resto del gruppo al'interno dell'impianto sportivo. «E' stato seguito il trattamento previsto e non ci sono stati contagi», si difendono dalla Prefettura. «La malattia si può facilmente curare, ma non dovevano essere lasciati con i soggetti sani», spiega un medico

Gli ultimi migranti, piccola parte di quelli sbarcati a Catania lo scorso 31 ottobre, sono stati trasferiti ieri sera al Cara di Mineo. La permanenza prolungata non è stata dovuta alle resistenze per l'identificazione, ma alla contagiosa malattia infettiva di cui soffrivano gli otto. Che, tuttavia, sono rimasti per i primi giorni insieme al resto del gruppo al'interno dell'impianto sportivo. «E' stato seguito il trattamento previsto e non ci sono stati contagi», si difendono dalla Prefettura. «La malattia si può facilmente curare, ma non dovevano essere lasciati con i soggetti sani», spiega un medico

Gli ultimi migranti, piccola parte di quelli sbarcati a Catania lo scorso 31 ottobre, sono stati trasferiti ieri sera al Cara di Mineo. La permanenza prolungata non è stata dovuta alle resistenze per l'identificazione, ma alla contagiosa malattia infettiva di cui soffrivano gli otto. Che, tuttavia, sono rimasti per i primi giorni insieme al resto del gruppo al'interno dell'impianto sportivo. «E' stato seguito il trattamento previsto e non ci sono stati contagi», si difendono dalla Prefettura. «La malattia si può facilmente curare, ma non dovevano essere lasciati con i soggetti sani», spiega un medico

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