«Ho ritenuto opportuno un incontro con tutti i consiglieri comunali di maggioranza e i componenti della Giunta per impostare il lavoro del prossimo anno che abbia come punto di riferimento il proseguo del positivo e peculiare cammino di rinascita e cambio culturale della città di Palermo». Così il sindaco di Palermo Leoluca Orlando riferendosi alla riunione che si è svolta stamane a cui hanno preso parte la giunta comunale e i consiglieri di maggioranza. L’occasione per fare il punto dopo la nomina del nuovo segretario generale, la riorganizzazione degli uffici e la relativa nomina dei dirigenti: fra i temi affrontati, il piano regolatore generale, le pedonalizzazioni, le aziende partecipate, il bilancio e il sistema delle entrate, la regolamentazione dei mercati, il rafforzamento delle Circoscrizioni, la cultura dell’accoglienza.
Particolare attenzione è stata dedicata al tema del personale, per il quale il sindaco ha chiesto al presidente del Consiglio, Salvatore Orlando, la convocazione di un apposito momento assembleare nel prossimo mese di gennaio. «Tutte iniziative – ha continuato il sindaco – volte a rafforzare e promuovere i processi di sviluppo della città, che vivono una nuova stagione legata alla nuova attrattività internazionale e ai rilevantissimi flussi turistici che stanno profondamente cambiando l’immagine della città ma anche la vivibilità e la qualità della vita a Palermo».
L’incontro di oggi, tuttavia, ha suscitato alcuni malumori, in particolare tra le forze di maggioranza. Tra i dem, ad esempio, non è piaciuta la scelta di convocare anche i consiglieri di maggioranza, tagliando fuori i vertici di partito e i presidenti di circoscrizione, come sottolinea Fabio Teresi. «Considero la riunione di maggioranza convocata dal Sindaco di Palermo un errore di forma e di sostanza – dice Teresi presidente della V circoscrizione e componente della direzione regionale del Pd – A sei mesi dalle elezioni amministrative avrei ritenuto utile che questo appuntamento fosse costruito in sinergia con le forze politiche e servisse a fare un ‘tagliando’ sull’azione amministrativa magari partendo dai temi che hanno caratterizzato il dibattito cittadino in queste settimane».
Sebbene Teresi punti il dito contro il primo cittadino, reo di aver «costruito un perimetro» rivolto ai soli consiglieri comunali escludendo i vertici dei partiti e, per quel che mi riguarda, i presidenti delle circoscrizioni, il vero obiettivo sembra il suo parito. Le responsabilità sono anche delle forze politiche ribadisce, «a cominciare dal mio partito, che col silenzio e con la partecipazione dei consiglieri Pd a questa riunione hanno legittimato questo metodo. Ritengo che sarebbe stata utile una riunione preventiva e costruire una posizione condivisa: ma, evidentemente, il Pd a Palermo non esiste più».
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