Ora quattro mesi di spending review per finire di massacrare la Sicilia?

A casa. Per sempre. Finalmente ha mollato la presa. Raffaele Lombardo si è dimesso. Ci sarà tempo, domani, per ricostruire la storia di questo personaggio. Di alcuni suoi collaboratori (compreso qualche assessore). Per ripercorrere quattro anni di Governo tra luci (poche) e ombre (tante). Stasera ci limitiamo a raccontarvi, per grandi linee, la giornata politica e parlamentare. E a rassegnarvi i nostri laici dubbi. 

Non sarà una cronaca fedele. Anche perché sarebbe troppo noiosa. Ci limiteremo a illustrare ai nostri lettori i passaggi più importanti della giornata politica e parlamentare di oggi. Per sottolineare il pressappochismo e l’indifferenza pressoché totale di questo Governo dimissionario verso i problemi reali della gente.

Cominciamo con i lavori d’Aula di ieri sera. Chiuso il capitolo di alcune leggi (tra le quali il ‘capolavoro’ della riforma degli Ato rifiuti, un miliardo e 300 milioni di debiti caricati sul groppone di Comuni e, quindi, dei cittadini siciliani), l’Aula rinvia la manovra di assestamento di bilancio in commissione Finanze.

C’è da sistemare tutti i provvedimenti che interessano alcune categorie. I soldi per i collegamenti via mare con gli arcipelaghi (che purtroppo tutti continuiamo a chiamare isole minori). Ovvero i pagamenti delle società che assicurano il trasporto dei rifiuti e delle merci pericolose (le navi Ro.Ro). C’è da sistemare la storia dei dissalatori di Lipari e Ustica. Quindi il trasporto locale, ovvero le autolinee private. E i soldi per evitare il fallimento dell’Ast, che vanta crediti dalla Regione e dai Comuni (questi ultimi, in buona parte in ‘bolletta’, non possono pagare). E bisogna trovare i soldi per i precari che operano negli enti locali dell’Isola, circa 22 mila soggetti ai quali, dal prossimo 1 ottobre, non si potrà pagare lo stipendio.

In discussione ci dovrebbero essere anche il disegno di legge n. 900, una sorta di mini-finanziaria con 150 emendamenti circa. E la spending review che, nel nome dell’ ‘Autonomia’, il capo del Governo nazionale, Mario Monti, vorrebbe imporre alla Sicilia tramite il Governo Lombardo. Cosa che, come vedremo, potrebbe essere attuata. 

Ieri sera la commissione Bilancio si conclude senza accordo. Brutto segno. Ciò significa che l’indomani – cioè stamattina – si sarebbe andati in Aula in ordine sparso. E così è stato. A nulla sono valse le mediazioni. Anche per uno strano – e politicamente incomprensibile – irrigidimento del Governo.

A questo punto, cari lettori, le cose si complicano. Perché non è facile capire se quello che è andato in scena poi sia stato un vero scontro politico e parlamentare tra Governo e Ars o un gioco della parti, sempre tra Governo e Ars. (a sinistra, foto tratta da newnotizie.it)

Ora vi diciamo, sempre per grandi linee, come sono andate le cose. Precisando il significato di alcuni passaggi che destano non poche perplessità.

Il Governo, con l’assessore all’Economia, Gaetano Armao – al quale il presidente Lombardo ha dato campo libero – ha messo subito le mani avanti, dicendo che i soldi per i provvedimenti previsti per l’assestamento si sarebbero dovuti trovare con lo spending review. In pratica, Armao fa sapere che, per le isole minori, per il trasporto locale, per l’Ast e per i 22 mila precari bisogna prendere una consistente parte dei soldi dalle spending review.

L’assessore precisa di aver trovato solo una parte dei soldi che servono, rimodulando alcuni capitoli di bilancio e ‘raschiando’ i fondi regionali gestiti dall’Irfis. Per gli altri soldi, ribadisce, ci vuole la manovra. Magari sul personale. Tesi che l’Aula respinge.

Questa è la prima stranezza. Chi conosce il bilancio della Regione sa che questa è un’interpretazione molto forzata. A conti fatti, sarebbero serviti, sì e no, 30 milioni di euro. Lavorando sui capitoli questi soldi si trovano. Anche con una certa facilità. E’ evidente che c’è qualcosa sotto. Cosa?

Intanto il Governo Lombardo esce di scena per non rientrare più. Perché un minuto dopo le dimissioni tutte le persone che gli stanno attorno cominceranno a guardarsi in giro. Cosa che sta già avvenendo. Detto questo, cosa c’è di meglio, per avvelenare una campagna elettorale, che gettare nel caos gli abitanti degli arcipelaghi, lasciare senza risposte il trasporto locale e l’Ast (Azenda siciliana trasporti che adesso rischia il fallimento) e seminare lo scompiglio tra 22 mila precari che lavorano negli enti locali?

Forse – ma è una nostra congettura – i 13 milioni di euro appostati per pagare ai precari lo stipendio negli ultimi tre mesi di quest’anno non sarebbero bastati. In questi casi, si sa, meglio rimescolare le carte.

Così, con Governo e Ars che si fronteggiano su posizioni opposte – ma è proprio così? – tutto si blocca. E si decide di approvare l’assestamento tecnico lasciando con il culo a terra – scusateci, ma non troviamo una definizione migliore – isole minori, trasporto locale, Ast e precari. Salta anche la mini-finanziaria. Mentre per lo spending review si verifica una seconda stranezza: l’Aula vota un ordine del giorno che autorizza il Governo ad attuare alcuni passaggi dello spending review per via amministrativa.

Anche questo – lo ripetiamo – è un passaggio strano. Lombardo si è dimesso. Il Governo rimane in carica per l’ordinaria amministrazione fino a quando non subentrerà il nuovo Governo. Considerato che si voterà a fine ottobre, il nuovo presidente della Regione si insedierà nei primi di novembre.

Di fatto, avremo un Governo dimissionario in carica per altri quattro mesi. Da qui il dubbio di un gioco delle parti. Monti avrebbe ‘ordinato’ di ridurre le spese. A cominciare dal personale della Regione e dei Comuni. I parlamentari dell’Ars, ovviamente, in Aula si sono opposti. Normale, visto che sono già in campagna elettorale.

A gestire la Regione c’è un Governo dimissionario, autorizzato con l’approvazione, da parte dell’Ars, di un ordine delgiorno, a mettere in atto la spending review per via amministrativa. Da qui una domanda legittima: vuoi vedere che il Governo dimissionario – per giunta ‘tecnico’ e non politico (i dodici assessori, con in testa il vice preside nte della Regione, Massimo Russo, sono ‘tecnici’ e non politici: e quando hanno provato a fare politica hanno ‘toppato’: basti vedere il disastro della lista elettorale presentata dali assessori Russo e Armao alle elezioni comunali di Palermo…) – ora si metterà a ‘spatuliare’, tagliando a destra e a manca?

Riflettiamo: già sono stati tagliati 30 milioni di euro (che poi sono di più, perché, come già accennato, per i precari sarebbero serviti più di 13 milioni di euro); ora c’è un Governo dimissionario con le mani libere, senza il condizionamento di un’Assemblea regionale siciliana che è decaduta con le dimissioni del presidente della Regione Lombardo; così gli assessori ‘tecnici’ – forti anche dell’ordine del giorno approvato dall’Ars – potranno tagliare a destra e a manca, secondo le indicazioni del Governo Monti.

Probabilmente, se questo si verificherà – e secondo noi si verificherà – scoppieranno ‘bordelli’ a mai finire. Perché il Governo dimissionario proverà a tagliare spese on semplici provvedimenti amministrativi là dove, invece, occorrerebbero autorizzazioni legislative, cioè leggi regionali.

Stiamo esagerando? E’ quello che vedremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.

Foto di prima pagina tratta da corriereinformazione.it

 

Redazione

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