Opere fognarie e di depurazione bloccate  Nuovo scontro tra Comune e Regione

Comune e Regione continuano a darsi battaglia sui ritardi dei lavori fognari e di depurazione delle acque reflue. Con l’unico risultato che finora le opere, per un valore di 105,2 milioni di euro, sono rimaste bloccate. Palazzo delle Aquile accusa l’assessorato all’Energia retto da Vania Contrafatto di aver lasciato attendere dai 61 ai 521 giorni per emettere i decreti di finanziamento. Dagli uffici di viale Campania replicano che in realtà l’amministrazione comunale ha perso troppo tempo per presentare la documentazione completa: «Le delibere di giunta – attacca Contrafatto – non sono sufficienti in mancanza di tutti gli atti e di tutte le autorizzazioni previste dalla legge».

Le opere oggetto del contendere, finanziate totalmente o parzialmente da una delibera Cipe del 2012, sono tredici e rientrano nell’accordo di programma quadro firmato a gennaio 2013 dopo il fallimento di Aps, con il quale il Comune di Palermo è diventato soggetto attuatore dopo quindici anni di gestione Ato. Alcune sono davvero imponenti, come l’adeguamento e il potenziamento del depuratore di Acqua dei Corsari (26,5 milioni) o il completamento del collettore sud-orientale (32,9 milioni). Ci sono poi le fognature dei quartieri Marinella (1,8 milioni), Villagrazia (1,1 milioni) e Sferracavallo (4,8 milioni), delle vie Ripellino e Carmine (1,2 milioni) e delle vie Agnetta ed Etna (1,4 milioni), di via Castellana compresa l’eliminazione degli scarichi nel Canale Passo di Rigano (10,2 milioni)l’eliminazione degli scarichi fognari nel Canale Boccadifalco (9 milioni), il collettore a sistema misto di via Palmerino e via Ponticello (1,4 milioni). Oltre al collettore sudorientale, sono ancora da progettare lo scarico fognario di via Decollati nel fiume Oreto (1,8 milioni), la fognatura di via Cruillas e l’eliminazione degli scarichi del Canale Mortillaro (7,1 milioni) e la riconversione del depuratore di Fondo Verde in impianto di pretrattamento dei reflui (5,5 milioni).  

Il vicesindaco ricostruisce tutte le tappe di una storia infinita: «Nel 2011 l’assessorato regionale aveva compiti di coordinamento dei lavori ma nel 2013 ha delegato le opere ai comuni. In questi due anni abbiamo istruito i procedimenti e abbiamo cofinanziato gli interventi con 500mila euro sul bilancio comunale e 2,5 milioni di euro di mutuo». Il 3 novembre e il 7 dicembre, però, visti i ritardi, l’assessore Contrafatto è stata nominata dal consiglio dei ministri commissario per dieci di queste opere. Per Arcuri «è paradossale aver nominato commissario chi è responsabile dei ritardi. Abbiamo sollecitato più volte i decreti di finanziamento. I documenti parlano chiaro, non c’è alcuna possibilità di sfuggire alle responsabilità». Anche il Consiglio Superiore della Magistratura ci avrebbe messo del suo autorizzando Contraffatto ad assumere le funzioni di commissario soltanto il 17 marzo 2016. «Forse il governo nazionale – continua Arcuri – per fare più in fretta avrebbe dovuto nominare i sindaci».

Che i rapporti tra il magistrato in aspettativa e il sindaco Orlando siano ormai ai minimi termini dopo la querelle Aps lo dimostra il battibecco sul vertice saltato il 24 marzo. «Speriamo che alla nuova riunione, convocata per il prossimo 8 aprile – aveva dichiarato Contrafatto alla stampa -, il Comune si presenti dandoci così modo di metterci al lavoro per completare nel più breve tempo possibile le opere commissariate». «Non abbiamo disertato proprio niente – replica Arcuri -. Il sindaco era impegnato con l’Anci e gli ingegneri erano in ferie». «A noi non interessa chi faccia il commissario ma che si facciano le opere – ribadisce il sindaco Orlando -. È stata la Regione a creare con ritardi e mancate risposte le condizioni per il commissariamento e i poteri speciali su cui da anni richiamo l’attenzione dell’opinione pubblica. E tra i ritardi c’è anche quello del Csm per consentire alla Contrafatto di assumere le funzioni di commissario».

Nel mirino del sindaco finiscono lo stesso Csm («Quand’è che smetterà di dare il proprio nulla osta a magistrati che usano la politica come un tram da cui salire e scendere a convenienza?») e, per l’ennesima volta, la Regione: «Dal 2000 a oggi la gestione commissariale sul sistema idrico e dei rifiuti è stata funzionale a un sistema di potere affaristico-mafioso che rievoca i tempi di Ciancimino. E siccome con questa vicenda si rischiano danni erariali trasmetteremo l’intera documentazione alla Procura della Corte dei Conti».

Scendendo nel dettaglio degli iter burocratici, i progetti già cantierabili redatti e approvati dall’amministrazione comunale e inoltrati alla Regione per il finanziamento valgono 57,7 milioni di euro, quelli redatti e in fase di approvazione tecnica e amministrativa valgono 47,2 milioni. Secondo gli uffici comunali, tra l’istanza comunale e il decreto di finanziamento regionale sono passati 401 giorni per Acqua dei Corsari, 521 per il quartiere Marinella e Sferracavallo, 467 per il quartiere Villagrazia e le vie Ripellino e Carmine, 101 giorni per il canale Passo di Rigano, 110 per l’area di Fondo Badami e 61 per il Canale Boccadifalco.

Non si fa attendere la replica dell’assessore Contrafatto. «Il governo nazionale ha deciso di commissariare alcune opere di fognatura e depurazione della città di Palermo per accelerarne i tempi di realizzazione e consentire di uscire dalla procedura di infrazione comunitaria – dice -. Le sterili polemiche del sindaco Orlando lasciano il tempo che trovano, ma non possono mutare la realtà dei fatti: i ritardi sono oggettivi e non è provando a scaricare le colpe sugli altri che si fa l’interesse dei cittadini. La Regione ha potuto emettere i decreti di finanziamento solo di alcune di queste opere e lo ha fatto in tempi strettissimi – prosegue l’assessore -, non appena il Comune ha inviato i progetti corredati da tutte le autorizzazioni e compatibilmente con le nuove norme di armonizzazione contabile. La semplice approvazione in giunta comunale infatti, per legge, non era sufficiente in mancanza di tutta la documentazione corredata. Per altre opere, invece, il Comune o ha inviato i progetti dopo che era già intervenuto il commissariamento oppure non lo ha mai fatto».

Secondo l’assessorato regionale all’Energia, l’ultima integrazione documentale su Acqua dei Corsari è giunta alla Regione il 12 novembre 2015 e il decreto di finanziamento è stato emesso il 19 novembre 2015; il progetto delle fognature del quartiere Villagrazia è stato inviato alla Regione il 28 aprile 2015 e il decreto di finanziamento è del 9 luglio 2015; le ultime integrazioni documentali sulle fognatura di Marinella e Sferracavallo sono state fatte pervenire il 6 maggio 2015 e i decreti sono del 4 giugno 2015. I progetti su via Palmerino, Borgo Molara, Castellana e Boccadifalco sono giunti dopo il commissariamento, ossia nelle date 14 dicembre 2015, 23 dicembre 2015 e 2 febbraio 2016. Delle restanti opere non è mai stato presentato il progetto.

In serata è arrivata la controreplica di piazza Pretoria, che ha confermato l’invio delle carte alla Corte dei Conti: «Il paradosso dell’assessore commissario Contrafatto esplode in tutta la sua evidenza con la difesa d’ufficio che ha distribuito alla stampa in queste ore – afferma Orlando -. L’assessore commissario ignora la normativa o mente sapendo di mentire: i decreti cui fa riferimento nelle sue dichiarazioni, peraltro più volte censurati dalla Corte dei Conti, sono infatti semplici decreti di prenotazione e non di impegno delle somme, dunque inutilizzabili ai fini dell’appalto delle opere». Il sindaco e il suo vice «invitano l’assessore a ripassare la normativa sull’armonizzazione contabile ed i sui principi. Le deliberazioni della giunta municipale di approvazione dei progetti sono state trasmesse agli uffici dell’assessorato complete di tutti gli allegati come peraltro figurano sul sito del Comune di Palermo».


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