Sarebbe il 28enne Jonathan Parcella l’uomo che ieri mattina a Lentini ha ucciso Aldo Panarello. L’uomo è stato fermato a Catania dai carabinieri, che lo hanno condotto presso la caserma di Lentini. Parcella è accusato di omicidio volontario. Le indagini, condotte dal commissariato di Lentini e dalla compagnia dei carabinieri di Augusta e coordinate dalla sostituta procuratrice Margherita Brianese, già nelle scorse ore erano vicine a dare un volto e un nome all’uomo che, in via Toledo, ha sparato quattro colpi di pistola contro l’auto in cui si trovava la vittima in compagnia della moglie. L’assassino ha agito a volto scoperto, risparmiando la donna, per poi fuggire a bordo di un’altra automobile che si trovava ferma a pochi metri dal luogo dell’agguato. Secondo le prime ricostruzioni, la coppia aveva da poco accompagnato le figlie a scuola. Gli investigatori, già ieri, hanno ascoltato la moglie di Panarello, che avrebbe dato una descrizione dettagliata dell’uomo.
Le indagini, inoltre, si poggiano anche sull’analisi delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza installati nella zona. L’omicidio è avvenuto, infatti, in un’area centrale di Lentini. A pochi metri da piazza Aldo Moro e dal luogo in cui si tiene ogni settimana il mercato, ma anche da alcune scuole ed esercizi commerciali. Condizioni che non hanno impedito all’assassinio di sparare e subito dopo scappare. «Quando sono venuto ad alzare la saracinesca era già accaduto tutto», ha dichiarato a caldo il titolare di un negozio.
Oltre all’identificazione dell’omicida, gli inquirenti stanno anche cercando di capire quale sia stato il movente del delitto. E se questo sia da inquadrare all’interno delle dinamiche criminali dell’hinterland lentinese. Per il momento, ciò che si sa è che Panarello aveva precedenti per droga con più di un arresto. Al momento, tuttavia, era libero, anche se a suo carico esisteva una proposta di sorveglianza speciale. Il 35enne nella primavera 2012 fu arrestato insieme ad altre 14 persone nell’ambito dell’operazione denominata Bermuda, che ha fatto luce sugli affari legati a un traffico di sostanze stupefacenti gestito dalla famiglia Scrofani, gruppo che a Lentini sarebbe in affari – seppur dall’esterno – anche con i Nardo, clan mafioso alleato con i Santapaola-Ercolano di Catania. Ed è proprio nel capoluogo etneo che la droga veniva acquistata, per poi essere rivenduta nel territorio aretuseo.
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