Altri guai giudiziari per la squadra rosanero e per l'ex presidente Zamparini, per il quale è scattata la confisca personale di circa 100mila euro. Secondo l'accusa il patron si sarebbe fatto accreditare dei bonifici presso una banca svizzera. Sui suoi conti correnti italiani non è stato rinvenuto quasi nulla
Nuovo sequestro da oltre un milione di euro per il Palermo Le casse della società erano «vuote e riempite al bisogno»
Nuovi guai giudiziari per il Palermo calcio. E le sorti della società tornano in bilico. Dopo il sequestro di oltre un milione di euro alle casse della società rosanero da parte della guardia di finanza, questa mattina è scattata anche la confisca di circa 100mila euro nei confronti dell’ex presidente Maurizio Zamparini. Il provvedimento, emesso dalla procura di Palermo su richiesta del gip, è stato eseguito dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, «in relazione ai reati attribuiti a Zamparini nella sua qualità di presidente pro tempore dell’U.S. Città di Palermo spa».
Le indagini, svolte dalle fiamme gialle, hanno consentito di accertare «gravi indizi di colpevolezza a carico del patron friulano e degli altri indagati per i reati di false comunicazioni sociali, ostacolo alle funzioni di vigilanza, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio. Alla società, in quanto persona giuridica, è inoltre contestato l’illecito amministrativo dipendente dal reato di autoriciclaggio commesso dal suo ex presidente».
Zamparini, in qualità di presidente del Palermo calcio, trasferiva tutte le disponibilità che aveva in cassa alla società Mepal, sempre a lui riconducibile in quanto intestata al figlio (Diego Paolo Zamparini è il legale rappresentante della Mepal) e fino al 2016 controllata dal Palermo calcio, quando invece poi viene venduta alla società lussemburghese Alyssa (società anonima con sede in via Marconi 6).
Indipendentemente da questa vendita, per tutto il periodo Zamparini avrebbe sempre trasferito i soldi del Palermo calcio alla Mepal, per via delle sue pendenze debitorie con il fisco. Ciò veniva attuato, secondo l’accusa, perché l’ex presidente rosanero temeva atti di pignoramento alle casse della società, visto che ci sono stati periodi in cui il debito di imposta con l’erario arrivava a dieci milioni di euro. In questo modo, sostengono i finanzieri, svuotando le casse Zamparini non ha consentito all’erario di riprendere quanto dovuto. Quando però il Palermo doveva pagare gli stipendi o fare acquisti Zamparini faceva ritornare i soldi dalla Mepal, ma giusto per quei due tre giorni necessari alle operazioni. Poi le casse del Palermo tornavano vuote. A volte, addirittura, questa operazione di rientro era fulminea e durava un solo giorno.
Ed è qui, dunque, che secondo l’accusa si configurerebbe il reato di autoriciclaggio: prima c’è l’operazione di sottrazione fraudolenta, perché dal Palermo Zamparini trasferisce i soldi alla Mepal e sottrae queste cifre alle pretese creditorie dell’erario – e quindi si configura anche un profitto per il patron – e poi quando questi soldi tornano alla Mepal il guadagno illecito viene reimpiegato nelle spese correnti del Palermo calcio. Come si legge nell’ordinanza di sequestro, la «Mepal era utilizzata come una cassaforte». Le casse del Palermo calcio erano vuote e «venivano riempite a necessità, al bisogno».
Contestato poi anche l’illecito amministrativo dell’ente, cioè alla società rosanero, che non avrebbe vigilato sulle operazioni in atto. Sui conti correnti italiani di Zamparini, poi, non è stato rinvenuto quasi nulla. Ecco perché è stato proceduto con l’equivalente, cioè i finanzieri hanno sequestrato l’equivalente quota di capitale sociale. Il gip, inoltre, attribuisce al patron del Palermo la responsabilità di essersi fatto accreditare bonifici per un importo di circa 100mila euro, attinenti a crediti personali, su un conto corrente acceso presso una banca svizzera, al fine di evitare eventuali pignoramenti da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, nei cui confronti Zamparini è tuttora esposto per decine di milioni di euro.