NEL NUOVO PIANO INDUSTRIALE I MANAGER INSISTONO NEL FAR PAGARE IL COSTO DEI PROPRI ERRORI AI DIPENDENTI. LE CONTROPROPOSTE DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI
Procedono gli incontri tra i vertici di UniCredit e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Tema: il nuovo Piano industriale della banca. Obiettivo dei manager dell’azienda di credito: mantenere i propri privilegi e far pagare i propri errori al personale. Risposta dei sindacati: non se ne parla nemmeno!
Oggi le segreterie di gruppo UniCredit Fabi, Fiba/Cisl, Fisac/Cgil, Sinfub Ugl Credito e UilCA – hanno diramato il seguente comunicato:
“Nel corso dell’ultimo incontro l’Azienda ha meglio precisato le proprie posizioni in relazione alla trattativa sul Piano Industriale 2018 in risposta alle considerazioni critiche ed alle condizioni poste da queste OO.SS. per avviare la trattativa, riassunte nel comunicato del 5 giugno alla lettura del quale vi rimandiamo.
L’Azienda ha dichiarato che il Piano Industriale ha l’ambizione di rilanciare l’attivita? della banca commerciale dovendo risolvere due problemi:
? l’eccesso di capacita? produttiva della rete in relazione alla contrazione dell’attivita? in particolare sulle operazioni esecutive ed amministrative che evidenzia esuberi di personale;
? un costo medio del personale non competitivo.
Cio? rende indispensabile avere certezza della riduzione strutturale dei costi
e dell’uscita incentivata, inizialmente volontaria, dei circa 2.400 colleghi/e che matureranno il primo requisito pensionistico entro la vigenza del Piano (31/12/2018).
E’ confermata in questa fase l’esclusione del ricorso alla parte straordinaria del Fondo di Solidarieta? di settore ( i cosiddetti scivoli), in quanto eccessivamente onerosi. Per anticipare gli effetti sperati ed agevolare l’adesione volontaria l’Azienda propone di avvalersi degli strumenti previsti dalla parte ordinaria del Fondo, attingendo alle risorse disponibili a questo scopo.
La proposta si rivolge a coloro che maturano i requisiti pensionistici e prevede la possibilita? di scegliere volontariamente, nei dodici mesi precedenti, una delle seguenti opzioni:
? tempo parziale verticale un giorno la settimana a scelta; in tal caso la retribuzione per le ore non lavorate sarebbe di circa il 70%, mentre la contribuzione previdenziale (Inps ed integrativa) sarebbe piena; ferme tutte le previsioni aziendali;
? tempo parziale orizzontale di 25 ore con previsioni analoghe a quelle sopra riassunte;
? sospensione di attivita?, in tal caso sarebbe riconosciuta la contribuzione previdenziale piena, ma la retribuzione ammonterebbe a circa il 50%. Tale fattispecie e? da approfondire;
? passaggio alla societa? di intermediazione immobiliare subito casa con cambio contratto senza alcuna penalizzazione di natura economica con possibilita?, successiva al pensionamento, di prosecuzione del rapporto di lavoro in qualita? di agente.
Al fine di ampliare il bacino dei possibili destinatari potrebbe essere prevista la riapertura dei termini di adesione ‘all’opzione donna’ (57 anni d’eta? e 35 di contribuzione) ed incentivi a coloro che valutassero di procedere al riscatto della laurea.
L’ammontare degli incentivi per ciascuna opzione non e? stato quantificato.
Per quanto riguarda la riduzione del costo del lavoro l’Azienda ha precisato che, in presenza di accordo, le previsioni aziendali su istituti quali: indennita? di cassa, pendolarismo, condizioni ai dipendenti, ticket restaurant ecc., non verrebbero assolutamente intaccate, come invece era previsto nella lettera di avvio della procedura.
Confermata la volonta? di realizzare risparmi di costo differito su: premi di anzianita?, riordino della previdenza complementare, riordino del welfare aziendale, circoli ricreativi aziendali, anche se, rispetto a questi punti, non vi e? stata una proposta di dettaglio.
In ogni caso l’Azienda richiede la fruizione entro l’anno di: ferie, ex festivita? e banca delle ore al fine di abbattere gli accantonamenti.
Flessibilita? – fungibilita? – mobilita?: si potrebbero realizzare interventi in continuita? con gli accordi 18/10/2010 e 15/9/2012, con la specifica che limitare la mobilita? territoriale ed agevolare la riconversione sono esigenze condivise, cosi? come il contenimento dello straordinario, l’ampliamento del tempo parziale, la concessione di anno sabbatico, iniziative di smart working.
In merito al riconoscimento delle professionalita? l’Azienda ha manifestato linteresse a pervenire alla definizione di una struttura degli inquadramenti coerente con la nuova organizzazione del lavoro, ed ha dichiarato la propria disponibilita? a riprendere la discussione su questo tema interrotta lo scorso anno.
L’Azienda ha precisato che un accordo entro giugno che garantisca la realizzazione piena degli obiettivi di uscita nei tempi programmati e la riduzione strutturale del costo del lavoro consentirebbero di liberare risorse per:
? un riconoscimento economico contenuto, in quanto il Premio Aziendale 2013 non sarebbe dovuto in base ai risultati di bilancio;
? creare nuova occupazione.
Le OO.SS. rifiutano decisamente l’impostazione dell’Azienda che pone come prioritaria la riduzione dell’occupazione e del costo del lavoro e vuole praticare la politica dei due tempi: prima i sacrifici, poi gli altri temi di interesse sindacale. Cosi? come respingono l’asserita necessita? di riduzione strutturale in cambio di riconoscimenti una tantum.
Le OO.SS. sono disponibili a proseguire il confronto a condizione che l’azienda abbandoni i ricatti sul congelamento degli istituti di Gruppo quali: indennita? di cassa, pendolarismo, condizioni ai dipendenti, ticket restaurant e che vi sia contemporaneita? tra le previsioni di uscita volontaria ed incentivata di coloro che maturano i requisiti pensionistici e: la piena salvaguardia delle previsioni del Contratto Nazionale; il riconoscimento del contributo di Lavoratori e Lavoratrici al rilancio della banca coerente con gli incrementi di produttivita? gia? realizzati (VAP 2013); l’indispensabile creazione di nuova, stabile e garantita occupazione giovanile; il recupero degli istituti aziendali per i giovani neo-assunti; il riordino in ottica solidaristica ed egualitaria del welfare aziendale; la salvaguardia di istituti conquistati negli anni; l’abbandono di esternalizzazioni, cessioni e delocalizzazioni; la riduzione delle consulenze e dei costi diversi da quelli del Personale; l’abbattimento degli sprechi e dei privilegi”.
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