«Più che una sforbiciata, quella che si abbatterà a stretto giro di posta (entro il 31 dicembre 2017) sulle ambulanze di soccorso avanzato, di soccorso di base e auto mediche della Seus, sarà una mannaia. Delle 251 postazioni attive prima del varo della rete, solo 125 resteranno in vita a regime». La denuncia arriva dal Movimento cinque stelle che attacca il nuovo piano sanitario varato dal governo regionale. «Il resto dei mezzi sarà soppresso – sottolineano i deputati pentastellati – con tutte le conseguenze che si troveranno a scontare soprattutto gli abitanti dei Comuni più penalizzati dal punto di vista orografico e dei collegamenti stradali».
Come spiegato da MeridioNews, la rete di emergenza nell’Isola ha subito diverse modifiche. Le ambulanze in dotazione alla Seus – la società partecipata dalla Regione che gestisce il 118 – sono 251, di cui 96 medicalizzate. Il documento metodologico allegato alla rete ospedaliera, citato dal Movimento cinque stelle, in realtà prende in esame solo i mezzi medicalizzati (Msa) e quelli che hanno subito una modifica: cioè sono passati da Msa o Msi (mezzo con infermiere a bordo) ad ambulanze di base (cioè senza personale sanitario), o viceversa.
Spiegazione che, a poche ore dalla denuncia del Movimento cinque stelle, si affretta a dare l’assessore alla Salute Baldo Gucciardi. «Non c’è nessun allarme, non ci sarà alcun taglio del numero di ambulanze: i mezzi di soccorso nel territorio continueranno a essere 251 e non 125 come ipotizzato da qualcun. Nel documento metodologico pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – aggiunge – ci si è concentrati nella riallocazione di Msa e delle auto mediche, preoccupandoci di individuare, provincia per provincia, quante devono essere attive secondo i criteri dettati dal decreto ministeriale Balduzzi, nel quale è specificato che deve esserci un Msa ogni 60mila abitanti in un territorio non superiore ai 350 chilometri quadrati. Nei territori con numero di Msa che non rispetta i criteri del decreto Balduzzi si è provveduto a sostituirli con Msb (Mezzi di soccorso di base) e auto mediche».
Quindi l’assessore assicura «che nessuna delle ambulanze non indicate nel documento metodologico verrà soppressa. La programmazione – afferma – è assolutamente preliminare, considerato che il neo costituito comitato del settore unico di emergenze sanitarie ha tra i propri compiti proprio quello di potenziare e riprogettare la Rete di emergenza territoriale».
In ogni caso, al di là delle promesse dell’esponente della giunta Crocetta, già dal documento metodologico approvato emerge come alcuni territori saranno fortemente penalizzati. È sopratutto il caso della provincia di Messina dove le ambulanze medicalizzate vengono dimezzate, passando da 26 a 13. Tagli che hanno portato Domenico Runci, responsabile della sala operativa del 118 di Messina, a denunciare il rischio di «non riuscire ad arrivare ad assistere chi ne ha bisogno rispettando i tempi previsti dalle linee guida del soccorso, le ripercussioni saranno sui residenti. Un’ambulanza medicalizzata – ha sottolineato – permette di interagire direttamente con l’ospedale. Tagliandole, il paziente non verrà più portato nella struttura più appropriata sulla base dei sintomi, ma solo all’ospedale più vicino».
Secondo Francesco Cappello, deputato del M5s che siede nella commissione Sanità, «quello che è stato messo in atto alle nostre spalle e alle spalle dei siciliani è un vero patto criminale tra Stato e Regione, che realizza consistenti risparmi sulla spesa ai danni del diritto alla cura dei siciliani. L’adozione di meri criteri ragionieristici in sanità non è tollerabile. A forza di tagli scellerati stiamo arrivando al livello della Grecia».
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