Questa volta hanno preso di mira i pulmini utilizzati per il trasporto delle persone disabili, dei bambini, degli anziani e delle donne vittime di abusi e maltrattamenti. E il presidente della struttura punta il dito contro «l'immobilismo» delle istituzioni
Nuova intimidazione al centro fondato da don Puglisi Artale: «Mattarella non si dimentichi di Brancaccio»
Questa volta hanno preso di mira i pulmini utilizzati per il trasporto delle persone disabili, dei bambini, degli anziani e delle donne vittime di abusi e maltrattamenti. Ennesima intimidazione al centro Padre Nostro di Brancaccio, a Palermo, fondato dal beato Pino Puglisi. Raid e danneggiamenti si susseguono senza sosta da anni nella struttura. «Siamo nell’anno del Giubileo della Misericordia e anche noi – dice il presidente del centro di accoglienza Padre Nostro, Maurizio Artale -, vogliamo fare la nostra parte perdonando chi, ancora oggi, dopo 22 anni dalla fondazione della struttura, vuole intimidire i volontari e gli operatori che vi lavorano, anche se il perdono implicherebbe un pentimento da parte di chi ha arrecato offesa al suo prossimo».
Ma Artale allo stesso tempo punta il dito contro «l’immobilismo» delle istituzioni che «continuano a mantenere le condizioni affinché tale avvenimenti continuino a verificarsi». Fino ad oggi, infatti, la prefettura di Palermo non ha convocato e insediato il Tavolo permanente per la sicurezza a Brancaccio, «preannunciato come imminente» il 18 marzo scorso. «Perché, ancora oggi, la Prefettura – chiede Artale – non ha risposto alla richiesta, formulata dall’assessorato alla Famiglia il 14 gennaio 2015, di relazionare sulla natura dei vari atti vandalici subiti e denunciati dal centro (risposta che ci consentirebbe di accedere ai fondi per l’istallazione di una videosorveglianza)?».
Ancora oggi i volontari del centro non hanno ricevuto riscontro alla proposta, che «darebbe numerose occasioni di lavoro agli abitanti del quartiere», di attuare il progetto Brancaccio 2.0, presentato, tra gli altri, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al premier Matteo Renzi, al presidente del Senato, Pietro Grasso, alla presidente della Camera, Laura Boldrini, e al ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Da qui l’appello al capo dello Stato perché nel suo discorso alla nazione «non si dimentichi di Brancaccio, quartiere di Palermo in cui un gruppo di uomini e donne, volontari che da 22 anni seguono le orme del beato Giuseppe Puglisi, tiene alto il vessillo della legalità, della giustizia e della misericordia».