Nove società riconducibili (direttamente o indirettamente perché intestate a strettissimi congiunti) a Giuseppe Raffaele Nicotra sono state sottoposte ad amministrazione giudiziaria per un anno. L’ex deputato regionale 64enne di Aci Catena è attualmente sottoposto agli arresti domiciliari. Lo scorso maggio è stato condannato a sette anni e quattro mesi per concorso esterno in associazione mafiosa e tentata estorsione.
Le società finite in amministrazione giudiziaria sono attive nel settore del commercio al
dettaglio e all’ingrosso di prodotti alimentari, della gestione ed elaborazione di dati
contabili amministrativi e commerciali e della compravendita di immobili, con un volume
complessivo di affari ammontante di oltre 30 milioni di euro.
Il provvedimento, notificato dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Catania, mira a «bonificare e impermeabilizzare» le imprese che fanno capo a Nicotra. La gestione, infatti, è
fortemente sospettata di essere stata orientata al fine di agevolare la famiglia di Cosa
Nostra etnea Santapaola-Ercolano. Precedenti attività investigative e vicende giudiziarie hanno già certificato la vicinanza di Nicotra all’ambiente mafioso per almeno un ventennio, in particolare al gruppo di Aci Catena.
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