No Muos, azioni legali contro l’Ispra? Intanto si torna in piazza divisi…

I PROTAGONISTI DEL MOVIMENTO CHE SI BATTE CONTRO L’INSTALLAZIONE DEL MEGA-RADAR DI NISCEMI SI VANNO FINALMENTE CONVINCENDO CHE L’UNICA FORMA DI DIALOGO CON ISTITUZIONI ITALIANE E MILITARI AMERICANI E’ LA LOTTA

Mentre la Rete No Muos annuncia una nuova manifestazione di protesta a Palermo, per il prossimo 30 Novembre “senza bandiere politiche”,  gli attivisti più impegnati continuano a portare avanti le loro battaglie legali. Nel mirino adesso c’è anche l’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Parliamo dell’ente che ha effettuato le misurazioni dei campi elettromagnetici nella base Usa di Niscemi, dove, lo ricordiamo, ci sono già 47 antenne alle quali si andrà ad aggiungere il nuovo sistema di comunicazione satellitare, il Muos per l’appunto.

Ebbene, secondo questo Istituto, le emissioni di campi elettromagnetiche rilevate nella base americana in provincia di Caltanissetta, non supererebbero i limiti previsti dalla legge. E’ vero?  Non ci crede nessuno. A smentire i risultati dell’Ispra, ad esempio, ci sono le rilevazione dell’Arpa Sicilia. Un particolare stigmatizzato nella relazione che il Professore Massimo Zucchetti e gli altri esperti nominati dalla Regione siciliana, hanno consegnato al Governo siciliano, che però, come sappiamo, ha preferito credere alla versione dell’Istituto Superiore della Sanità che ha escluso rischi per la salute derivanti dai campi elettromagnetici, assecondando i desiderata degli Usa e del Governo nazionale.

Nel documento si evidenzia come le misurazioni fatte in 5 giorni dall’Ispra non solo sono state fatte con tanto di preavviso agli americani ma “sono in contrasto con cinque anni di misurazioni dell’ARPA. Non solo: “Nell’effettuare le misurazioni l’Ispra non ha fornito un modello previsionale dell’irraggiamento prodotto, previsto dalla normativa e assolutamente indispensabile anche solo per interpretare i risultati delle misure”. E ancora: “Non sembra siano state rispettate le condizioni di “massima emissione possibile” previste dalla normativa per queste verifiche e i punti di misura prescelti sono in numero troppo ridotto e non comprendono le zone di massimo irraggiamento precedentemente individuate. Oltretutto la procedura prescelta non consente un confronto semplice e diretto con le misure di ARPAS… Le differenze sono talmente forti da rendere i risultati di difficile interpretazione,  soprattutto in mancanza di un modello previsionale con il quale confrontarsi”.

Insomma, il sospetto è che le antenne fossero tenute al minimo durante la visita dei tecnici dell’Ispra e che non sarebbe stato così difficile accorgersene. Da qui l’idea di una azione legale contro l’Istituto per accertare la veridicità delle sue conclusioni.

Intanto dal Comitato No Muos, che ha promosso le manifestazioni degli ultimi mesi, arriva una presa di distanza dalla manifestazione indetta dalla Rete No Muos. Una decisione che, probabilmente,  farà comodo a chi spera di dividere il Popolo No Muos per indebolirne la protesta.

“Le manifestazioni sono solo il segno più evidente della nostra protesta- dice a LinkSicilia un attivista No Muos- ed è sicuramente un errore sia dividersi che presentarsi con bandiere politiche. Ma noi ci stiamo muovendo sul piano legale ed è da lì che arriveranno le risposte. Le autorizzazioni, infatti, sono illegittime e nessun tribunale potrà avallarle. Aspettiamo anche che si pronunci il Parlamento italiano che era tenuto a ratificare la decisione di costruire il Muos ma non è stato interpellato in spregio alla Costituzione”.

 

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Antonella Sferrazza

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