L'episodio - denunciato al corpo forestale - si è verificato all'interno della Riserva naturale orientata. «Purtroppo capita spesso che i cacciatori sconfinino nell'area protetta trasformandosi in bracconieri», afferma Manuel Andrea Zafarana responsabile della sezione locale dell'associazione ambientalista Lipu
Niscemi, uccise due volpi nella Sughereta «Sembrano ammazzate quasi per gioco»
Due volpi adulte uccise a colpi di fucile in contrada Ulmo, allinterno della Riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi. È lo spiacevole scenario che si è trovato davanti Fabio D’Alessandro, membro del locale comitato No Muos, mentre passeggiava all’interno dell’area. I corpi dei due animali giacevano ai bordi della strada ed erano «posizionati in maniera tale da far pensare che qualcuno le avesse lasciate lì di proposito», racconta D’Alessandro. Con chiaro riferimento a una mano umana. Il cittadino, dopo aver scattato alcune fotografie geo-taggate, ha segnalato l’episodio alla sezione locale dell’associazione ambientalista Lega italiana protezione uccelli. Il responsabile Manuel Andrea Zafarana si è occupato di denunciare l’accaduto al comando cittadino della stazione forestale. «Chiediamo accertamenti e soprattutto un aumento dei controlli nell’area della riserva naturale, troppo spesso interessata da fenomeni di bracconaggio», spiega Zafarana.
«Sembra che siano state uccise quasi per gioco». È questa l’idea di Fabio D’Alessandro. Che non si discosta molto rispetto a quella del coordinatore della sezione locale della Lipu. «È strano che, dopo aver sparato, i bracconieri abbiamo deciso di lasciare lì gli animali – afferma Zafarana – Una mente razionale non riesce a trovare una ragione». Che aggiunge: «Purtroppo capita spesso che i cacciatori sconfinino nell’area protetta trasformandosi in bracconieri, e i controlli sono insufficienti a evitare questo tipo di situazioni». A Niscemi – dove la caccia alla volpe in aree consentite è aperta da due giorni – l’episodio ha provocato «grande indignazione da parte dei cittadini», precisa Zafarana. Anche perché spesso si verificano «atti di bracconaggio vero e proprio addirittura vicino a zone abitate».