Cronaca

Nino Papania, chiesto il rinvio a giudizio per voto di scambio politico-mafioso

Richiesta di rinvio a giudizio per scambio elettorale politico-mafioso. Il destinatario è Nino Papania, l’ex senatore del Partito democratico arrestato lo scorso settembre dalla polizia nell’operazione antimafia Irene. Le accuse per le quali la procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio per 13 persone sono – a vario titolo – mafia, estorsioni, traffico di droga e scambio elettorale politico-mafioso. Coinvolti nell’operazione – e destinatari anche loro della richiesta di rinvio a giudizio – anche l’ex vicesindaco di Alcamo, nel Trapanese, Pasquale Perricone, e il boss Giosuè Di Gregorio. Secondo gli inquirenti, Papania – che è in carcere da settembre scorso – con l’intermediazione dell’ex vicesindaco di Alcamo, si sarebbe accordato col capomafia per procurare voti per le elezioni regionali 2022 ad Angelo Rocca, coordinatore provinciale del movimento politico Via, fondato da Papania e confluito nel 2022 nell’Movimento per l’autonomia, di Raffaele Lombardo. Papania avrebbe pagato Di Gregorio per ottenere dei voti a favore di Rocca.

Dalla seconda metà di agosto e fino alle elezioni del 25 settembre del 2022 sono stati monitorati numerosi incontri tra Di Gregorio e Perricone. Nei giorni scorsi il tribunale del Riesame di Palermo aveva rigettato l’istanza di scarcerazione presentata da Papania e da Perricone. Secondo il giudice per le indagini preliminari, che ne dispose l’arresto, Papania si sarebbe rivolto agli «influenti membri dell’associazione mafiosa» a «riprova della spregiudicatezza con la quale esercitava la sua influenza politica sul territorio di Alcamo e nei Comuni vicini». Tra le intercettazioni depositate agli atti anche quella della conversazione tra Di Gregorio e il fratello. «Dobbiamo votare questo… e il senatore mi ha preparato duemila euro che mi darà mercoledì. Papania, hai capito?», diceva il mafioso. Lo scorso ottobre Papania è stato coinvolto anche in un altro caso: un presunto giro di corruzione e una presunta frode all’Unione europea. Nell’ambito di quest’indagine è stato arrestato e messo ai domiciliari anche Angelo Rocca, colui per il quale Papania avrebbe cercato i voti dalla mafia per le Regionali 2022. Domiciliari che sono stati disposti anche per lo stesso Papania, che però era già in carcere proprio per l’arresto avvenuto nell’operazione Irene.

Redazione

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