Nicholas e i poliziotti che lo hanno salvato dall’alluvione «Davanti un muro d’acqua. Hanno fatto una corda umana»

Tre morti e una conta dei danni che ancora non può essere fatta, anche perché bisognerà capire le conseguenze del ciclone mediterraneo sulla parte orientale dell’Isola. Passate diverse ore dalla disastrosa alluvione che ha colpito Catania e provincia emergono le storie dei salvataggi delle persone in difficoltà. Gesti semplici che nascondo coraggio e altruismo. Come quello di alcuni agenti del reparto Volanti di Catania che lunedì mattina sono intervenuti nella zona del villaggio Ippocampo di mare 2 e nell’area dell’Oasi del Simeto. Aree già allagate per la pioggia che da domenica sera è cominciata a cadere copiosa. Tra le persone salvate c’è Nicholas Perrone che, quella mattina intorno alle 7.30, stava andando a lavorare al centro commerciale Porte di Catania. 

La sua auto, una Alfa Mito, si è trovata improvvisamente davanti un muro d’acqua. «Superato un tratto agibile, ho sentito cedere un lato del mezzo», racconta il giovane a MeridioNews. Pochi istanti e la macchina si spegne, rendendo impossibile qualsiasi spostamento. Più avanti un secondo veicolo in panne. Fortuna vuole che dopo circa 15 minuti transitino dall’altro lato della strada due macchine della polizia. Gli agenti, considerata l’altezza raggiunta dall’acqua, ormai superati i copertoni, decidono di intervenire. «Hanno aiutato prima il signore che si trovava vicino alla strada statale – racconta Perrone – Dopodiché tre agenti con una corda (prestata da un camionista, ndr) si sono avvicinati alla mia macchina e l’hanno legata a una recinzione per fare in modo che la forte corrente non ci trascinasse via». 

«Ero bloccato, ho avuto un attimo di panico ma quando sono arrivati i poliziotti mi sono tranquillizzato», continua. Nicholas esce dal finestrino e il salvataggio, in pochi minuti, viene portato a termine. Per il giovane, decisamente infreddolito, c’è il conforto di una coperta e della stufa della Volante. Una storia che poteva avere un lieto fine. Se l’indomani non ci fosse stata un’amara sorpresa. Con il livello dell’acqua sceso, l’obiettivo era quello di recuperare l’auto lasciata lungo la strada. «Sono andato sul posto insieme a mia mamma e abbiamo chiamato il carroattrezzi – racconta il 24enne – Dentro non ho trovato un paio di scarpe, il giubbotto e uno zaino con le cose che porto a lavoro. Per fortuna ho trovato l’auto, ma forse perché non si poteva mettere in moto».


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