Myrmex, protesta ex ricercatori sotto il palazzo dell’Esa «Regione risponda a imprenditore che vuole investire»

«Siamo qui, delusi e arrabbiati, perché da dopo le festività natalizie stiamo ancora aspettando, da 144 giorni, di essere ricevuti per un incontro con il presidente della Regione». Una ventina di ex ricercatori della Myrmex manifesta sotto il palazzo Esa della Regione a Catania dopo aver atteso, per oltre sei mesi, di ricevere una convocazione dal governatore Nello Musumeci per conoscere le decisioni sul laboratorio della zona industriale etnea. Durante l’ultimo incontro avvenuto, alla fine di dicembre dello scorso anno con una delegazione di ex Myrmex insieme ai rappresentanti sindacali, dalla Regione era arrivato l’impegno a verificare se esistesse ancora l‘interesse dell’imprenditore italo-libanese Roberto Giusti, manifestata nel 2017, di rilanciare l’attività dell’impresa e a riassorbire tutti i lavoratori 

«Da allora, però – lamenta la presidente della cooperativa Ricerca Sicilia Orsola Giampiccolo a MeridioNews – nessuna notizia in merito è arrivata, nonostante le reiterate sollecitazioni, l’ultima 12 giorni fa. La settimana scorsa comunque, Giusti di sua iniziativa ha chiesto e ottenuto un incontro con l’assessore alla Salute Ruggero Razza. Durante l’incontro, l’imprenditore ha manifestato ancora una volta la propria volontà di investire a Catania, sfruttando il laboratorio ex Myrmex, e di riassorbire tutti noi lavoratori per effettuare ricerca e produzione farmaceutica. Dall’assessore era stato fissato un secondo incontro che però, per motivi di cui non siamo a conoscenza, è poi stato annullato. Da allora, più nessuna notizia dalla Regione». La domanda, dunque, è una: «Perché non si accolgono come si dovrebbe gli imprenditori seri intenzionati a portare lavoro e sviluppo nel nostro territorio?».

Per capire come si è arrivati a questo punto bisogna tornare allo scorso 23 ottobre quando la Regione, durante la legislatura di Rosario Crocetta, aveva manifestato l’intenzione di riallinearsi alla delibera del 2011, che prevedeva che Palazzo d’Orleans potesse riacquisire il centro ricerca tossicologico per un euro. Cifra simbolica alla quale l’aveva già acquistata Gianluca Calvi, avvocato e amministratore unico della ditta milanese Myrmex, dopo le difficoltà dei precedenti proprietari della PfizerIn poco tempo, Calvi aveva però reso improduttivo il centro tenendo per due anni i ricercatori senza lavoro. Durante la cessione, l’imprenditore lombardo aveva stipulato con la Regione un accordo che lo impegnava a mantenere il personale del laboratorio fino al settembre 2013 ma, appena cinque mesi dopo, i lavoratori si erano ritrovati in cassa integrazione. La questione sarebbe rimasta in sospeso dopo l’interesse all’acquisizione manifestato da parte del consiglio di amministrazione del Consiglio nazionale delle ricerche. Il Cnr, però, a metà aprile ha rinunciato ad acquisire il laboratorio della zona industriale etnea e sul tavolo la delibera di giunta è rimasta ancora non esecutiva.

«Adesso siamo alla fine degli ammortizzatori sociali e abbiamo necessità di avere delle risposte certe. È per questo che ieri pomeriggio, spinti dalla disperazione – racconta l’ex ricercatrice – abbiamo fatto una sorta di blitz a Francofonte, dove c’era Musumeci. Siamo riusciti ad avvicinarlo informalmente e lui si è impegnato a darci una data di convocazione per un incontro risolutore entro questa settimana. Oggi abbiamo deciso di venire lo stesso qui ma senza eccessivo clamore. All’inizio avevamo l’intenzione di incatenarci a questi cancelli ma vogliamo dare fiducia alle istituzioni ancora una volta e attendere. Se entro lunedì prossimo però non riceveremo nessuna convocazione, staremo qui in presidio a oltranza». 

Ad aumentare la rabbia degli ex lavoratori ci sarebbe un passaggio ulteriore di cui finora non sarebbero stati a conoscenza. «Dopo cinque anni in cui siamo costretti a vivere una situazione lavorativa di incertezza sempre sul filo del rasoio, qualche giorno fa – racconta la presidente delle cooperativa dei ricercatori – siamo venuti a conoscenza del fatto che il laboratorio di ricerca venduto alla Myrmex nel 2011 per un euro, alla fine del periodo di mobilità, potrebbe tornare alla Pfizer. In pratica, il sospetto che ci viene da fonti piuttosto autorevoli è che la vendita alla Myrmex sarebbe stata solo fittizia». Sospetti gravi che fanno crescere lo stato di agitazione degli ex ricercatori. «Nonostante tutto – conclude Giampiccolo – vogliamo ancora credere che, in tempi brevi, il presidente Musumeci riesca a impegnarsi per trovare una soluzione che possa ridare la dignità a noi lavoratori e la serenità economica per le nostre famiglie».

Marta Silvestre

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