«Toninelli la smetta di apparire come un galoppino elettorale». È durissima la reazione del presidente della Regione Nello Musumeci dopo le parole di stamattina del ministro delle Infrastrutture che ha minacciato di revocare la concessione sulle autostrade siciliane al Cas. In una conferenza stampa, organizzata in fretta e furia, il governo regionale replica e rilancia un’altra battaglia che Toninelli nelle ultime 48 ore ha messa da parte, quella del Ponte sullo Stretto, per cui Musumeci chiede un referendum per chiedere ai siciliani se lo vogliono o meno. Vicino al governatore anche l’assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone.
«Il ministro Toninelli – ha attaccato Musumeci – pensa che questo governo sia incapace di intendere e di volere. E invece noi pretendiamo rispetto, la pazienza ha un limite. Continuano queste passeggiate dall’amaro sapore elettoralistico, visitando cantieri che questo governo regionale ha consentito di mantenere vivi, dopo un anno di pressioni ad Anas e Rfi».
Secondo il governatore, «Toninelli, come avrebbe detto mia nonna, arriva a tavula cunsata e quando arriva non si limita a prendere atto del lavoro svolto con pazienza e dedizione dall’assessore Falcone, ma si permette il lusso di pontificare, di dare ultimatum, di minacciare revoche. Val la pena tutto questo per qualche manciata di voti alle Europee? Noi riteniamo che il ministro debba smetterla di obbedire a qualche cattivo consigliere locale e assuma per intero l’autorevolezza che gli deriva dal ruolo rivestito. Un ministro non può dire che è offensivo parlare di ponte sullo Stretto, non glielo consentiamo a casa nostra. Non è solo importante potersi muovere in Sicilia, e oggi diventa pressoché impossibile farlo, ma è importante capire come la Sicilia si possa relazionare col resto dell’Italia e Europa».
Ecco le ragioni per cui il primo inquilino di palazzo d’Orleans lancia la proposta di «un referendum tra siciliani, per capire se quest’opera, che non esclude la riqualificazione e il potenziamento infrastrutturale dell’Isola, sia realmente condivisa dal popolo siciliano oppure no. Toninelli – ha concluso – la smetta di apparire come un galoppino elettorale».
Poi altro attacco sulla frana di Letojanni sulla A18. «Se il ministro Toninelli fosse venuto a Letojanni due anni fa, non avrebbe trovato neppure un foglio di carta nel fascicolo, come è capitato a noi perché il Cas, che fino allo scorso anno era solo un pachiderma, non aveva fatto un passo avanti per cancellare questo nodo che da anni crea disagio a centinaia e migliaia di automobilisti. Si è chiesto il ministro perché la gara potrà essere fatta tra qualche mese? Si è chiesto quali problemi ha posto lo statale Provveditorato alle opere pubbliche, che opera sotto il controllo del ministro? – incalza Musumeci – Si chieda il ministro perché è bloccata l’autostrada Ragusa-Catania ed entri in sintonia con la sua collega Barbara Lezzi che fino a qualche mese fa ostentava ottimismo inebriando l’attesa dei sindaci di quell’aria. Se ieri il ministro ha potuto partecipare alla cerimonia per l’inizio dei lavori raddoppio ferroviario lo deve all’azione incessante svolta quest’anno dal governo regionale».
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