Contro il Muos a cielo aperto, poco prima di ritornare in Tribunale. Da circa un’ora stanno cominciando ad arrivare a Niscemi gli attivisti e i simpatizzanti che, da tutta la Sicilia, prenderanno parte alla manifestazione contro l’impianto satellitare di contrada Ulmo. Il concentramento è previsto per le 16 in piazza Vittorio Emanuele. Stavolta, il corteo sfilerà per le strade cittadine, e non all’interno della sughereta. A prendervi parte sarà anche l’amministrazione comunale.
Già da ieri, nella città nissena, le forze dell’ordine hanno iniziato ad aumentare il controllo del territorio suscitando la reazione del comitato No Muos. «L’intera area della base è già completamente militarizzata da decine di camionette di polizia e carabinieri in tenuta antisommossa. Diverse volanti girano per Niscemi. A poche ore dal corteo, questa è l’unica risposta che riesce a dare lo Stato», si legge in un post pubblicato sulla pagina Facebook del movimento.
La manifestazione di oggi – la prima del 2016 – acquisisce un valore importante, in quanto primo evento organizzato dopo la decisione del Consiglio di giustizia amministrativa di accogliere il ricorso del ministero della Difesa, in merito alla sentenza con cui, l’anno scorso, il Tar aveva dichiarato illegittime le autorizzazioni che hanno portato alla costruzione delle tre parabole all’interno della base militare americana. Una sentenza arrivata in seguito alle discusse misurazioni degli effetti delle antenne, e che ha portato la console statunitense Colombia Barosse a dichiararsi soddisfatta del risultato ottenuto e ad annunciare la volontà di andare avanti nei progetti che il governo americano ha in Italia. Muos, compreso.
Di avviso diverso, però, sono le migliaia di persone che in questi anni hanno in più di un’occasione manifestato contro quella che, oltre a essere ritenuta un pericolo per la salute dell’uomo e per l’ambiente, è vista come una vera arma di guerra. Infatti, nonostante a fine 2015 l’Avvocatura dello Stato – che ha difeso gli interessi del ministero della Difesa e degli Stati Uniti nei procedimenti amministrativi di primo e secondo grado – abbia dichiarato che la realizzazione del Muos è nell’interesse dell’Italia perché utile a prevenire attacchi terroristici, l’impianto è progettato per facilitare le comunicazioni a distanza, e in territori impervi, tra le forze militari americane.
Istanze e proteste che questo pomeriggio verranno ribadite una volta di più a Niscemi. Con la consapevolezza che tra pochi giorni inizierà una nuova battaglia in tribunale. Il 20 maggio, infatti, partirà a Caltagirone il processo penale che vede accusati di reati ambientali sette persone, tra le quali un dirigente regionale. In quella sede, a tenere banco sarà l’accusa di abuso edilizio: il Muos – che al momento rimane sotto sequestro – sorge infatti in una riserva naturale che, per regolamento, non consente l’edificazione.
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