«Rientra nella discrezionalità dell'amministrazione»: con queste parole i giudici della terza sezione hanno deliberato sul regolamento approvato nel 2016 che intendeva mettere a norma alcuni aspetti della vita notturna palermitana
Movida, Tar dà ragione a consiglio comunale Respinto il ricorso dei titolari di alcuni locali
Sulla movida palermitana Comune e consiglio incassano un’altra vittoria. I giudici della terza sezione del Tribunale Amministrativo Regionale hanno respinto il ricorso presentato dai titolari di diversi locali sparsi nelle zone luogo di ritrovo dei giovani. L’oggetto del contendere era il regolamento approvato dal consiglio comunale lo scorso anno. A chiedere l’annullamento del provvedimento erano stati i titolari del Al Siciliano, del Jackass, del QVIVI , del Miri, dell’Ombelico del mondo, dell’Anfiteatro, Basquiat Cafè, Cantavespri e dell’Old School da Anto, tutti assistiti dall‘avvocato Giovanni Puntarello.
Il Comune di Palermo nel ricorso era assistito dagli avvocati Ezio Tomasello e Vincenzo Criscuoli. Per i titolari dei locali il regolamento impugnato sarebbe illegittimo in quanto non verrebbero specificate i limiti sonori esterni vietati. Per i giudici, invece, «l’articolata disciplina dettata dal regolamento impugnato – si legge nella sentenza – nasce proprio dall’esigenza di trovare un punto di equilibrio tra i vari interessi coinvolti, comunque di rilievo costituzionale, fermo restando che il concreto modo di contemperare tali diversi interessi rientra nella discrezionalità dell’amministrazione».