Misterbianco, vigile parte con la pistola in valigia «Per errore». Accusa di terrorismo ad Abu Dhabi

Non si troverebbe più in stato di fermo Giuseppe Di Stefano, l’ispettore di polizia municipale di Misterbianco bloccato ieri all’aeroporto di Abu Dhabi, per terrorismo, perché trovato in possesso, all’interno del proprio bagaglio, della canna di una pistola Beretta calibro 7.65, la sua arma d’ordinanza. Lo racconta a MeridioNews il comandante dei vigili urbani del comune etneo Antonino Di Stefano. «In giornata – spiega – ho trasmesso all’ambasciata italiana la documentazione necessaria a dimostrare che l’ispettore lavora in Comune, compresa una fotografia. Per quel che ne so dai contatti avuti via email con l’ambasciata, l’ispettore non è più in stato di fermo». Il sindaco Nino Di Guardo, raggiunto al telefono, ha dichiarato di non essersi occupato della vicenda, definendola «una sciocchezza, un fatto privato di un dipendente in vacanza». Il primo cittadino ha parlato di Di Stefano come di «una persona particolarmente buona, onesta e pulita». 

La canna della pistola sarebbe finita nel bagaglio, in maniera casuale, per via dell’abitudine dell’ispettore di smontarla pezzo a pezzo. Quel pezzo si trovava dentro a un calzino nascosto in una scarpa da ginnastica, finita in valigia per errore. L’uomo è in viaggio di piacere assieme alla moglie, che però non sarebbe stata fermata dal posto di polizia arabo. Entrambi si troverebbero ancora all’ambasciata italiana di Abu Dhabi.   

Non è chiaro se la coppia fosse partita dall’aeroporto di Catania. Se così fosse, il volo avrebbe comunque fatto scalo altrove, perché l’aeroporto siciliano non ha collegamenti diretti con Abu Dhabi, servito invece sia da Milano che da Roma. In ogni caso, appresa la notizia, l’amministratore delegato di Sac Nico Torrisi ha avviato una serie di verifiche per capire se il bagaglio contenente la canna della Beretta calibro 7.65 di Di Stefano sia passato indenne dai controlli aeroportuali. Al momento si tratta solo di un’ipotesi, che lo stesso Torrisi ha però definito «estremamente grave». 


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