Minori stranieri, 45 o 73 euro per l’assistenza? La delibera del Ministero non applicata ad Acireale

Le risorse per l’assistenza ai minori stranieri non accompagnati (Msna) vanno cercate non solo tra i fondi ministeriali, ma anche nel bilancio dei singoli Comuni. A sostenerlo è il Partito democratico di Acireale che, tramite il proprio osservatorio sull’azione amministrativa, sostiene che quanto dichiarato il 5 febbraio scorso dal sindaco acese, Roberto Barbagallo, non corrisponderebbe a verità. 

Nello specifico, a essere prese di mira, sono le parole con cui il primo cittadino aveva risposto alle richieste dei dirigenti dell’ipab Oasi Cristo Re, secondo i quali la somma che l’ente di assistenza dovrebbe percepire per ogni minore extracomunitario sarebbe di circa 73 euro. In quell’occasione, Barbagallo aveva ribattuto che, per esplicita decisione del governo, il peso economico del sostegno ricadeva sul ministero del Lavoro e delle politiche sociali che, in tal senso, aveva stimato in un contributo giornaliero di 45 euro per minore la somma che le case di accoglienza avrebbero percepito per il mantenimento dei giovani. 

Cifra che però basterebbe a coprire appena poco più della metà del fabbisogno di ogni ragazzo: «Non sono problemi che posso risolvere – disse Barbagallo rivolgendosi ai dipendenti dell’Oasi Cristo Re – Per questo dovreste parlare con il ministero». Le cose, tuttavia, non sembrerebbero stare proprio così. E a specificarlo sarebbe proprio la circolare ministeriale sventolata dal primo cittadino acese quella mattina: nel documento, infatti, viene esplicitamente detto che «il costo medio pro die e pro capite dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati provenienti dall’emergenza del Nord Africa per il biennio 2011-2012 è stato pari a 73,26 euro». E se ciò non bastasse a mettere in discussione la fermezza assunta dal Comune di Acireale, poco più sotto, parlando dei 45 euro che il ministero gira agli enti locali per l’assistenza quotidiana dei Msna, viene specificato che la somma è da intendersi come «misura di compartecipazione statale alle spese per l’accoglienza sostenute dagli enti locali». 

Le osservazioni del Partito democratico non hanno registrato, al momento, nessuna replica ufficiale da parte dell’amministrazione comunale acese. Anche se a riguardo si è espressa l’assessore alle Politiche sociali, Adele D’Anna: «È vero – dichiara l’esponente della giunta Barbagallo – dalla circolare si fa riferimento a ulteriori risorse che gli enti locali dovrebbero trovare come integrazione della quota versata dal fondo ministeriale. Tuttavia si tratta di una questione poco chiara e delicata». Per l’assessore acese, i nodi della questione rimangono inalterati: «Il Comune di Acireale si appoggia a una struttura regionale e al momento si trova a gestire sei minori. Ma non esiste una soglia limite: ammesso che oggi si trovassero le risorse finanziarie per l’integrazione, chi ci assicura che in futuro il numero di minori a carico dell’amministrazione non aumenterebbe esponenzialmente? In quel caso, il governo dovrebbe dirci dove prendere i soldi». 

Il principale problema sembra essere legato al bilancio comunale, argomento che già negli scorsi mesi aveva animato il dibattito tra maggioranza e opposizione: «Non è così semplice per gli enti locali dirimere questioni come queste – conclude D’Anna – Una gestione leggera di una tematica come questa potrebbe portare al default». Intanto, però, a soffrire maggiormente le dispute sull’interpretazione delle regole sono i dipendenti dell’Ipab che vantano un credito di quindici mensilità. Somme in parte legate anche al ritardo nei pagamenti delle istituzioni che si appoggiano agli enti di assistenza: «La lettura che il Comune di Acireale dà della circolare ministeriale – dichiara il commissario straordinario dell’Oasi Cristo Re, Giampiero Panvini – è a dir poco surreale. Quella acese è l’unica amministrazione che ritiene nei 45 euro del fondo ministeriale l’intera somma spettante alle case di accoglienza». 

A conferma delle parole di Panvini, peraltro, ci sono gli atti amministrativi di altri Comuni che hanno recepito la circolare ministeriale nel suo complesso, stanziando dal bilancio somme che fanno riferimento ai 73 euro giornalieri per ogni minore straniero non accompagnato. Tra di essi, anche Catania, che dopo un pesante ritardo, nel quale aveva versato soltanto 12mila euro come acconto per le spese sostenute dall’ente di assistenza nel 2013, sembra in procinto di iniziare a versare la propria parte nelle casse dell’Ipab: «C’è stato un incontro con i funzionari del comune di Catania – racconta Salvo Raciti, dipendente dell’Oasi Cristo Re e già candidato sindaco di Acireale tra le file del Movimento 5 stelle – i quali hanno preannunciato che liquideranno parte delle contabilità con le somme della compartecipazione di 45 euro pro capite inviata dal ministero. Successivamente – prosegue – dovranno reperire la differenza di circa 30 euro per raggiungere l’importo stabilito». 

Misura che al momento il Comune di Acireale non sarebbe intenzionato a prendere, lasciando all’opposizione la possibilità di porre alcune domande delicate: «Le somme dovute sono state diligentemente inserite nel bilancio comunale oppure no?»


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