Quattro quesiti a cui rispondere per stabilire quale dovrà essere l’indirizzo del futuro governo per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori. A farle ai propri attivisti è il Movimento 5 stelle, che da questa mattina e fino alle 19, ha aperto le votazioni su Rousseau, la piattaforma gestita dalla Casaleggio Associati.
Le prime tre domande prevedono soltanto la possibilità di votare a favore o contro la creazione di «vie legali di accesso all’Europa attraverso la valutazione dell’ammissibilità delle domande di protezione» che i migranti dovrebbero presentare nelle ambasciate e nei consolati nei Paesi di origine o di transito, oppure nelle sedi delle delegazioni Ue; l’introduzione di «un meccanismo automatico e obbligatorio di distribuzione dei richiedenti asilo» tra tutti gli Stati dell’Unione europea e, nel caso di un rifiuto, l’applicazione di vere e proprie «sanzioni»; e infine l’aumento delle commissioni territoriali deputate a valutare le richieste con l’obiettivo di dare risposte «in tempi inferiori a sei mesi».
Gli iscritti al Movimento, invece, avranno la possibilità di scegliere fra tre possibilità per quanto riguarda la gestione dei fondi per la cooperazione internazionale allo sviluppo. Potranno scegliere tra la creazione di piccoli programmi «di sostegno allo sviluppo rurale, all’agricoltura sostenibile e alla sicurezza alimentare, all’istruzione e alla formazione professionale e per attività di contrasto alle emergenze sanitarie», programmi di sostegno alla lotta alla corruzione nei Paesi in via di sviluppo e il finanziamento di grandi opere pubbliche, come dighe, grandi impianti energetici, porti, autostrade.
«L’immigrazione è il più grande fallimento dei partiti: hanno firmato accordi suicidi che hanno trasformato l’Italia nel campo profughi d’Europa e hanno foraggiato il business della criminalità organizzata, come dimostra l’inchiesta Mafia Capitale. È arrivato il momento di mandarli a casa!», si legge nel blog di Beppe Grillo.
A partecipare alla consultazione sul web saranno anche i deputati regionali siciliani, che da poche settimane hanno ottenuto la riconferma come candidati in vista delle elezioni regionali del 5 novembre, dove puntano a vincere la competizione e fare della Sicilia la prima regione italiana guidata dal Movimento. Se a ciò si aggiunge il ruolo che l’Isola ha in quanto primo avamposto europeo per le migrazioni provenienti dalla Libia diventa interessante capire quale sia il pensiero dei politici siciliani.
Dalle risposte emerge ancora una volta un’adesione compatta alla linea nazionale del partito, che negli scorsi mesi in più di un’occasione è stata oggetto di critiche per posizioni da alcune ritenute vicine a quelle di partiti di destra come la Lega Nord. Accuse che però anche i pentastellati siciliani rigettano decisamente al mittente. «Prendiamo critiche da destra e sinistra perché la nostra ideologia non è né di destra né di sinistra – commenta Gianina Ciancio -. Ritengo questa polemica strumentale e ipocrita. Si inserisce in un dibattito ideologico che non mi appassiona e che, soprattutto, non risolve i problemi».
In riferimento alle parole di Luigi Di Maio, che negli scorsi mesi ha sostenuto le dichiarazioni del capo della Procura di Catania, Carmelo Zuccaro, in merito ai sospetti di sulle attività delle Ong e alla possibilità che le stesse possano avere in qualche modo influenzato l’opinione pubblica, Cianco taglia corto: «La xenofobia nasce da un malessere generalizzato frutto di politiche scellerate che hanno creato guerra fra poveri, non certo da dichiarazioni volte alla trasparenza e alla legalità. Continuare a dire il contrario mi sembra, francamente, miope o disonesto intellettualmente».
Tra quelli che hanno votato favorevolmente alle proposte dei vertici del partito c’è anche il deputato Sergio Tancredi. «Alle prime tre ho votato sì, mentre sull’utilizzo dei fondi per la cooperazione internazionale allo sviluppo ho optato per i piccoli programmi di sostegno», dichiara. Per quanto riguarda, invece, il capitolo sanzioni da proporre a chi in Unione europea non vorrà fare la propria parte Tancredi ritiene «che questo discorso verrà fatto nell’ottica di un governo cinquestelle che si porrà in maniera forte perché finora in Europa siamo sempre stati subalterni».
Intanto a interessarsi al fenomeno sono anche realtà non istituzionali. È il caso di Generazione identitaria, il gruppo internazionale di estrema destra che ha affittato una nave e, passando per la Sicilia, punta a raggiungere la Libia per assistere la guardia costiera del Paese nordafricano nelle attività di prevenzione delle partenze dei barconi. «Questa è una follia assoluta che va condannata e impedita. Già non abbiamo certezze quando sono le istituzione a intervenire, figurarsi se si dà la possibilità di farlo a questo genere di organizzazioni», conclude Tancredi.
«Le opzioni presentate oggi su Rousseau sono la testimonianza di una grande attenzione al tema e personalmente anche io propendo su programmi di sostegno su piccola scala», dice Angela Foti. Che sulle accuse di rivolgersi alla pancia del Paese replica: «Chi ci accusa dovrebbe riflettere sui disastri che ha fatto in tema di politica estera che senz’altro non hanno fatto altro che aumentare i flussi migratori. Foti ribadisce poi l’esigenza di affermare l’immagine di una Sicilia capace di accogliere, ma i cui bisogni vanno ascoltati. «Fenomeni come quelli di Generazione identitaria sono sintomi di derive che vanno contrastate», conclude.
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