Sara ha poco meno di due anni e un cerotto sul viso. Si vede solo questo mentre viene portata in braccio, dal personale della Croce rossa, dentro l'ambulanza che la porterà in ospedale. È arrivata sulla Golfo azzurro della organizzazione non governativa Proactiva open arms, che ha attraccato questa mattina al porto di Catania
Migranti, arrivati in 494 su nave Ong spagnola Una bambina ustionata al viso, tanti minorenni
Sara ha poco meno di due anni e un cerotto sul viso. Probabilmente un’ustione, come molti altri migranti, dicono i volontari che l’hanno vista passare – in braccio al personale della Croce rossa – prima che venisse portata in ambulanza in ospedale. È arrivata sulla Golfo azzurro della organizzazione non governativa spagnola Proactiva open arms, che ha attraccato questa mattina alle 8 al porto di Catania con il suo carico di 494 persone: molti minorenni non accompagnati, tante famiglie tutte insieme. Molti vengono da Costa D’Avorio, Nigeria e Sudan. Non se ne ha ancora la certezza, ma i dubbi sono pochi: la madre di Sara potrebbe essere morta in mare. Non è ancora chiaro se per le difficoltà della traversata o vittima di un incidente a bordo di un gommone: il natante avrebbe iniziato a imbarcare acqua, sgonfiandosi piano piano con il suo carico di persone. I cittadini che hanno perso la vita, in totale, sono stati otto. Che dalla nave Aquarius della Ong Sos Mediterranée sono stati trasbordati sulla nave Vos hestia di Save the children: sulla prima imbarcazione non c’erano le celle frigorifere per i cadaveri.
Non è chiaro per quale motivo il gommone abbia cominciato ad affondare. Di solito, dicono i volontari, capita quando qualcuno inizia a muoversi troppo e tutte quelle persone che si spostano su una barca precaria ne aggravano le condizioni. In questa circostanza, però, i racconti di chi è appena arrivato nel capoluogo etneo sembrano essere unanimi: i migranti dicono che erano calmi e che non si stavano muovendo, quando hanno cominciato ad andare giù. «Bisogna parlare con loro in momenti più tranquilli, meglio di come si possa fare adesso», spiega chi lavora con le organizzazioni umanitarie che aiutano le operazioni di sbarco al molo di Levante.
Sin dalle prime ore della mattina, assieme alla Croce rossa, ci sono Save the children e l’Unhcr. La giornata è caldissima: sulla banchina la temperatura supera i 35 gradi, molti ragazzi sono scalzi. Ricevono delle infradito da indossare, si coprono la testa con dei pezzi di cartone in attesa di essere identificati. Le operazioni continueranno fino a stasera.