«Risulta la presenza in servizio di numerosi dipendenti che a causa di disturbi del comportamento gravi, evidenti e ripetuti, si ritiene che abbiano un’inidoneità psichica permanente assoluta e relativa al servizio. Al fine di procedere all’avvio del procedimento di verifica dell’idoneità al servizio chiede di comunicare i nominativi del personale assegnato che presenti le caratteristiche citate». Firmato il segretario generale e direttore generale del Comune di Messina Rossana Carrubba.
Nella città dello Stretto il Comune ha avviato «procedure di verifica dell’idoneità al servizio» dei dipendenti. Un’iniziativa che ha fatto saltare dalla sedia i sindacati che parlano di «moderne liste di proscrizione» e chiedono l’intervento del prefetto per «ripristinare l’indispensabile agibilità democratica ed il pieno rispetto delle lavoratrici, dei lavoratori e delle norme contrattuali».
A invitare il rappresentante locale del governo sono Ivan Tripodi, segretario Uil, Giuseppe Calapai, segretario generale Uil Fpl, ed Emilio Di Stefano, segretario aziendale. I tre sindacalisti sottolineano si dicono «inorriditi e seriamente preoccupati poiché le nefaste liste di proscrizione hanno rappresentato momenti tragici e drammatici nella storia dell’umanità, come, per esempio, i genocidi compiuti durante il regime nazista» e si chiedono «rispetto al merito dell’ordine impartito ai dirigenti», con quali mezzi, criteri, metodi e professionalità «dovrebbero essere individuati i lavoratori in questione». I tre sottolineano inoltre che «le caratteristiche citate non possono essere decise a tavolino in maniera discrezionale o per fare vendette», piuttosto «eventualmente dovrebbero essere chiaramente a conoscenza dell’amministrazione in quanto parte integrante dei fascicoli personali nei quali, su questi aspetti, vi deve essere il parere e coinvolgimento del medico competente».
Secondo Tripodi, Calapai e Di Stefano «la gravissima comunicazione del segretario generale è inaccettabile sotto ogni profilo e, fra l’altro, appare come una pesante violazione della privacy. Si tratta di inosservanze che farebbero letteralmente impallidire il Garante, al quale siamo pronti a rivolgerci, e che, soprattutto, dileggiano in maniera profonda tutti i lavoratori, nessuno escluso, e non solo coloro i quali potrebbero essere inclusi inaspettatamente in una moderna lista di proscrizione che si avvicina al funesto periodo nazista». Ne deriva la richiesta di revocare «la vergognosa disposizione» e di pubbliche scuse da parte del sindaco De Luca.
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