Non è ancora passato un mese dall’inizio del nuovo anno scolastico e negli istituti messinesi regna il caos. A pagarne le spese sono alunni e genitori. Più di mille gli studenti sballottati da un plesso scolastico all’altro per fare lezione, o costretti a saltare le ore di scuola perché la propria struttura è stata dichiarata non sicura. Come nel caso degli alunni delle medie della Drago, la scuola dove insegnava il sindaco Renato Accorinti: 320 studenti sono a casa dallo scorso martedì. Domani in serata dovrebbero concludersi gli interventi di messa in sicurezza dell’edificio che sorge in via Catania. All’interno dell’istituto sono state riscontrate criticità soprattutto nei soffitti. In 16 aule ci sono porzioni di tetto che rischiavano di crollare. Ultimati i lavori, occorrerà che il direttore dei lavori rilasci un documento che attesta la sicurezza di questi locali. Solo dopo questa certificazione e la necessaria pulizia delle aule, gli alunni potranno riprendere le lezioni. La stessa tipologia di lavori verrà effettuata anche nelle aule che ospitano la materna e la primaria a piano terra. Ma in questo caso non c’è stato alcuno stop alle lezioni. Perché i bambini già oggi hanno ripreso le attività nelle aule messe a disposizione dalla Principe di Piemonte. E andranno avanti con i doppi turni per tutta questa settimana.
Alla Tommaseo, invece, da giovedì gli alunni non vanno a scuola. Anche in questo plesso sono state riscontrate criticità nei soffitti. Ma a non accettare che una scuola chiuda «senza avvisi e senza programmazioni e soprattutto nell’incertezza di conoscere la data della riapertura» sono i genitori. Oggi a protestare davanti l’assessorato guidato da Sebastiano Pino c’era una decina di persone non disposte a subire i disagi per una mancata programmazione. «La preside ha deciso di chiudere senza un vero sopralluogo – racconta una delle rappresentanti di istituto -. Lo scorso anno era crollato il soffitto in uno dei bagni: perché non si è pensato per tempo a sistemare la struttura?»
Dal canto suo, la preside Rosalia Schirò ha trovato una sistemazione alternativa per gli alunni della Tommaseo e della Pirandello, anche questa chiusa per criticità. Ma la sistemazione non è piaciuta ai genitori. Le dieci classi si trasferiranno all’istituto Antoniano nel turno pomeridiano, con le elementari che andranno nel plesso della Manzoni. «Non si rendono conto dei disagi che creano alle famiglie», prosegue un’altra delle mamme che stamattina è andata a bussare alla porta dell’assessore. «Per chi lavora diventa molto difficile portare i figli a scuola pomeriggio dalle 13 alle 17». La scorsa settimana, gli alunni del liceo Seguenza hanno fatto lezione in piazza Duomo, all’ombra della cattedrale, per evitare i turni pomeridiani o lo spostamento in plessi disagiati e lontani dal centro città.
Ma il pianeta scuola a Messina vede anche ritardi nell’avvio del servizio mensa. Proprio oggi, la media La Pira 3 ha istituito l’orario prolungato e i genitori sottolineano come non sia possibile far arrangiare i bambini con una merenda portata via da casa al mattino presto. Sul fronte dell’assistenza ai disabili, se da un lato è ripartito il servizio di trasporto per bambini con handicap, è venuto meno quello di assistenza all’interno della scuola. E oggi davanti al palazzo dell’ex Provincia lavoratori e sindacalisti hanno protestato. «Non bisogna negare i diritti ai disabili – hanno affermato alcune ex lavoratrici – noi restiamo senza lavoro, ma ai bambini si toglie la possibilità di andare a scuola perché non c’è chi li assiste per l’igiene personale».
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