Il sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, Salvatore Bucolo, e un ex senatore della Repubblica, Lorenzo Piccioni, tra gli arrestati nell’operazione Riciclo. Un’inchiesta nata dalla gestione della discarica del centro del Messinese da parte della società a capitale misto Tirrenoambiente, capace di produrre danni alle casse municipali superiori a 12 milioni e mezzo di euro. Coinvolti pure un parroco 88enne, ma a sua insaputa, e varie società sportive, una addirittura piemontese. Quanto basta per fare finire agli arresti Bucolo e Pino Innocenti, ex amministratore delegato della Spa. Domiciliari per Giuseppe Antonioli e Piccioni, pure loro ex ad del sodalizio. Respinta dal gip del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto la richiesta di custodia cautelare per un altro ex amministratore della società, Antonio Crisafulli, indagato come gli altri per corruzione e peculato. A carico dei cinque, un sequestro patrimoniale pari a quasi tre milioni e mezzo di euro. Denunciate altre sei persone, tra dipendenti pubblici ed ex amministratori del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, per abuso e omissione in atti d’ufficio.
Sono stati i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Messina a dare esecuzione all’ordinanza emessa su istanza del procuratore della Repubblica di Barcellona, Emanuele Crescenti. Le indagini, condotte tramite intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari, prove testimoniali, perquisizioni domiciliari e sequestri nelle abitazioni degli indagati e negli uffici del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, svelerebbero un giro illecito d’affari condotto speculando sull’attività della discarica sequestrata nel novembre dello scorso anno, poiché ritenuta pericolosa.
Decisiva sarebbe stata la riscossione dei versamenti, il cosiddetto equo indennizzo, da parte dei centri che conferivano nel sito. La tariffa per opere di mitigazione ambientale, corrisposta a Tirrenoambiente, doveva essere versata entro 30 giorni al municipio di Mazzarrà Sant’Andrea. Tuttavia, gli inquirenti avrebbero accertato che i trasferimenti a beneficio del Comune, nel tempo, sarebbero stati omessi, lasciando nelle casse societarie oltre due milioni e 800mila euro, di cui un milione e mezzo circa oggetto di una transazione con lo stesso Comune, ritenuta indebita dai magistrati. Ad aggravare la situazione pare sia stata la decisione della Spa, a marzo 2007, di ridurre drasticamente l’importo dell’equo indennizzo da 12,91 a 6,72 euro a tonnellata. Senza però seguire le procedure previste. Il nuovo importo sarebbe rimasto in vigore fino alla data del sequestro, provocando un danno patrimoniale di 12 milioni 738mila euro circa al municipio di Mazzarrà Sant’Andrea. Una vicenda che non lesina risvolti paradossali, con Piccioni che è stato a palazzo Madama fino al 14 marzo 2013, facendo parte della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.
In merito a Bucolo, la Procura lo ritiene responsabile del mancato recupero degli importi dovuti al Comune e del relativo accordo transattivo. Atti che avrebbe condotto in solitudine, senza la complicità dei suoi assessori. Dagli amministratori di Tirrenoambiente avrebbe ricevuto somme in contanti pari a 33mila euro, mediante un abile sistema di tangenti che includerebbe il raggiro dell’anziano parroco della chiesa di Santa Maria delle Grazie. Sarebbe stato il primo cittadino in persona a indurre il religioso a firmare alcune richieste di contributi dirette alla società, per finanziare feste patronali e iniziative di solidarietà. Il denaro, sebbene accreditato sul conto corrente della parrocchia, sembra sia stato incassato personalmente dal sindaco.
Gli amministratori della Spa avrebbero poi elargito sponsorizzazioni e contributi ad associazioni sportive e culturali per garantirsi la compiacenza di chi avrebbe dovuto vigilare sulla corretta gestione. Un contributo di 711mila euro sarebbe andato alla società di calcio Borgopal di Vercelli, di cui è stato legale rappresentante Innocenti. Identica somma all’Asd di Mazzarrà. Sequestrati, infine, due milioni 427mila euro circa a Innocenti; 331mila ad Antonioli; 605mila a Piccioni, 86mila a Crisafulli; 33mila a Bucolo. Si prevede, adesso, un interessamento della Corte dei conti.
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