Poche decine di persone e un «bravo presidente», urlato da un uomo posizonato dietro le transenne di piazza Vincenzo Bellini, sono la cornice popolare della visita a Catania del capo dello Stato Sergio Mattarella. Arrivato in città per le celebrazioni finali degli 80 anni dalla fondazione del corpo nazionale dei vigili del fuoco. Il resto è una lunga sfilata di abiti eleganti, cravatte e autorità, giunte in massa ad affollare la platea del teatro Massimo Bellini. Luogo simbolo del capoluogo etneo, oggi vestito a festa e senza lenzuoli di protesta appessi che rappresentano il termometro quotidiano di una crisi dell’ente che non conosce ancora i titoli di coda.
La cerimonia, presentata da Pino Insegno, si apre con l’inno nazionale italiano, suonato dalla banda nazionale dei vigili del fuoco diretta da Donato Di Martire, e un minuto di silenzio per le vittime dei vigili del fuoco. Dai tre pompieri morti il 5 novembre in provincia di Alessandria dopo l’esplosione di una cascina ai siciliani Dario Ambiamonte e Giorgio Grammatico, rimasti uccisi a marzo 2018 a Catania per la deflagrazine di una bombola in un locale al piano terra lungo via Garibaldi.
Prima di Mattarella si alternano al microfono il presidente della Regione Nello Musumeci e il sindaco Salvo Pogliese. Scandiscono parole di gratitudine per il lavoro dei vigili del fuoco anche se non mancano i riferimenti alle carenze di uomini e mezzi nell’Isola. «Vorremmo una adeguata dotazione di personale – spiega Musumeci – e per questo confidiamo nell’opera del governo». Subito dopo tocca al primo cittadino di Catania. «Oggi questa città si sta rialzando dopo una grave crisi economica e finanziaria. Abbiamo finalmente un bilancio che oggi è all’esame del Consigio comunale. Chiediamo delle politiche di riequilibrio per competere a pari livello con il resto del Paese».
In platea ad ascoltare c’è la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e il sottosegretario del Movimeto 5 stelle Carlo Sibilia. L’ex sindaco di Catania Enzo Bianco e gli assessori regionali Marco Falcone, Manlio Messina, Ruggero Razza e Roberto Lagalla. Il vicepresidente della Camera Ettore Rosato, la senatrice Valeria Sudano e i deputati regionale Luca Sammartino e Giorgio Assenza. «Oggi siamo a Catania perché si tratta di una città ferita nel corso degi anni – spiega la ministra Lamorgese durante gli otto minuti del suo intervento – In questa cerimonia intendo rinnovare il profondo sentimento di stima nei cofronti delle donne e degli uomini dei vigili del fuoco. La fragilità del nostro territorio richiede professionisti della sicurezza, preparati e coraggiosi. Come ministro accompagnerò i processi di riorganizzazione del corpo. Il governo è consapevole del vostro impegno e per questo si impegnerà al massimo per dotarvi di adeguati uomini e mezzi».
Tra i momenti di maggiore carica emotiva il conferimento, da parte del presidente Mattarella, della medaglia d’oro alla bandiera dei vigili del fuoco. Subito dopo un fuori programma con un vigile del fuoco che da un palco laterale si rivolge al presidente della Repubblica. «Non si dimentichi di noi – dice – Ogni giorno ci sono tantissimi inforturnati e delle persone che stanno soffrendo». Ultime parole prima di essere interrotto da Insegno e dalla banda che intona l’inno dell’Unione Europea. Mattarella esce di scena senza prendere la parola. Prima di uscire dal teatro tra gli applausi c’è spazio per una stretta di mano al direttore della banda.
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