I carabinieri fermano Giusto Francesco Mangiapane Ciminna, sfuggito all'operazione di martedì. Scarcerata invece Rosalba Crinò, unica donna finita in manette nel blitz. Per lei è stata riscontrata la mancanza di gravi indizi di colpevolezza
Mafia, preso altro presunto affiliato alla nuova cupola I gip di Palermo e Termini hanno convalidato 47 fermi
Salgono a 48 i fermati nell’operazione Cupola 2.0 che ha bloccato sul nascere il tentativo di ricostruzione della Commissione provinciale della mafia palermitana. La scorsa notte militari dell’Arma hanno catturato Giusto Francesco Mangiapane Ciminna, 42 anni, ritenuto appartenente alla famiglia mafiosa di Misilmeri. Al blitz erano sfuggiti in tre. Stefano Polizzi, 63 anni, è stato fermato l’indomani dell’operazione. Resta ancora irreperibile l’ultimo indagato destinatario del provvedimento emesso dalla Dda: Carlo Noto, 52 anni, di Misilmeri.
Intanto i Gip di Palermo e Termini Imerese hanno convalidato quasi tutti gli altri fermi. Tra i provvedimenti convalidati anche quello del boss Settimo Mineo, capomafia del clan di Pagliarelli, ritenuto il nuovo capo della Cupola palermitana. L’unica scarcerata, per mancanza di gravi indizi di colpevolezza, è Rosalba Crinò, sola donna fermata nell’operazione. Difesa dall’avvocato Giuseppe Minà, era ritenuta la cassiera della famiglia mafiosa di Misilmeri. Dopo l’interrogatorio il giudice ne ha disposto la liberazione non convalidando il fermo.
«Nel corso di un drammatico interrogatorio – dice l’avvocato Minà – la donna ha chiarito la sua posizione. Ha detto di non conoscere gli amici del padre e che i soldi portati nel negozio di alimentari erano debiti contratti dai clienti. Ha negato anche di conoscere alcuni uomini come Sucato che ha visto solo una volta quando ha portato in negozio un’assicurazione fatta dal padre». Crinò è comparsa davanti al gip di Termini Imerese, come gli altri fermati ritenuti appartenenti al clan di Belmonte e Misilmeri.