Sono scesi in campo con il coltello tra i denti i Guerrieri del Ccpm, con l’obiettivo di difendere il reparto di Cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale San Vincenzo di Taormina, per cui si avvicina la chiusura. La scadenza della proroga per le attività, infatti, è fissata per il 31 luglio, ma non si hanno ancora risposte certe e concrete da parte dei politici. Per portare la questione al centro dell’attenzione del presidente della Regione Renato Schifani e di tutta la giunta, il comitato dei genitori ha organizzato una giornata fitta di eventi, tra cui l’allestimento di un presidio permanente che mira a sensibilizzare la politica. Il messaggio, infatti, è rivolto anche al ministro della Salute Orazio Schillaci perché proprio dal suo ministero è arrivato, a luglio dell’anno scorso, l’ultimatum che ha imposto alla Regione di scegliere quale reparto di Cardiochirurgia pediatrica lasciare aperta tra Taormina e Palermo.
Il 18 giugno, a Taormina, ci sarà il capo dello Stato Sergio Mattarella ospite del TaoBuk. La speranza dei genitori è che, sapendo del presidio permanente, decida di fare un salto all’ospedale San Vincenzo e ascoltare le loro ragioni. «Vogliamo risposte concrete – dice Caterina Rizzo, del comitato genitori – sul futuro di questo reparto, che dovrebbe concludere la sua attività il 31 luglio. Non abbiamo a disposizione notizie certe di cosa si voglia fare di questo reparto di eccellenza. È arrivato, però, il momento di dire basta: Saremo giorno e notte, in tenda, davanti all’ingresso principale del nosocomio».
La decisione di mantenere soltanto un reparto è stata decretata congiuntamente dal ministero della Salute e dal ministero dell’Economia. In base alla normativa nazionale, infatti, è possibile avere soltanto una Cardiochirurgia pediatrica per ogni cinque milioni di abitanti, per cui in Sicilia una basterebbe. Il base al decreto Balduzzi, però, è possibile chiedere una proroga per averne due, così come ha fatto la Regione Veneto. Questa sarebbe la strada che vorrebbe intraprendere anche Schifani, se non fosse che – a differenza del Veneto – la Sicilia segue un piano di rientro economico, che rappresenta un forte limite alla libera azione regionale. In questo caso, infatti, i ministeri hanno dettato la chiusura di uno dei due reparti.
Il 5 giugno, durante un suo intervento all’Ars, Schifani ha cercato rassicurare le famiglie affermando che sarà possibile ricorrere al decreto Balduzzi per mantenere entrambi i reparti. Il presidente ha garantito che a breve la Sicilia uscirà dal piano di rientro, ma non ha fornito alcuna tempistica precisa. Considerando, però, che la scadenza della proroga per mantenere il reparto gestito dal Bambin Gesù di Roma si avvicina, questo messaggio è stato percepito in maniera del tutto diversa dai genitori che hanno deciso di scendere in campo oggi. In primis, con un torneo di calcio solidale – il torneo del cuore – a sostegno della Cardiochirurgia pediatrica di Taormina, che si è tenuto in mattinata al PalaVolcan di Acireale, in provincia di Catania. I Guerrieri del Ccpm si sono poi spostati in blocco davanti al San Vincenzo per allestire il presidio e diffondere il volantino in cui spiegano le loro ragioni. «Il comitato genitori ha preservato il Centro per i piccoli e grandi pazienti affetti da cardiopatie congenite di tutta la Sicilia, la Calabria e i Paesi in via di sviluppo – scrivono – Abbiamo ascoltato finte promesse provenienti da tutte le direzioni, senza avere mai in cambio una stabilità definitiva». In realtà, dal 2018 il Ccpm di Taormina non è più inserito nella rete ospedaliera siciliana, motivo per cui di anno in anno si è andati avanti a forza di proroghe.
Una situazione che si è aggravata maggiormente con l’apertura del reparto di Cardiochirurgia pediatrica a Palermo, il 4 luglio del 2023, all’Arnas Civico e gestito dal San Donato Milanese. Parliamo, però, di un reparto che ancora è in fase di apertura e consolidamento, contro quello di Taormina che opera da anni sul nostro territorio con risultati eccellenti. «Queste manovre stanno mettendo a rischio un reparto che funziona – scrivono ancora da Comitato dei genitori – Ad oggi, non esiste una richiesta formale da parte della Regione per il mantenimento del Centro. Basta con le belle parole e le passerelle – dicono a gran voce – Vogliamo risposte».
Contemporaneamente, un altro gruppo di Guerrieri del Ccpm sono stati a Palermo per partecipare alla manifestazione a favore della Sanità pubblica indetta dal Movimento 5 stelle. Lì è stata Maria Rosaria a parlare dal palco: «Siamo stati al ministero, dal Papa e abbiamo parlato con tutte le forze politiche per chiedere aiuto, perché siamo stanchi, disperati e abbiamo paura per il futuro dei nostri figli – dice la donna – La chiusura del Centro per noi sarebbe la morte. Mia figlia ha una cardiopatia molto grave, studiata nei minimi dettagli dall’equipe di Taormina e tenuta sotto controllo, ma se dovesse avere problemi non arriverebbe mai viva a Roma per essere trattata dal Bambin Gesù in condizione di emergenza. A Palermo – conclude – ancora non è garantita la presenza h24 del cardiochirurgo in caso di attacco improvviso di cuore per i bambini. Noi chiediamo buon senso e che non venga fatta politica spicciola sulla pelle dei bambini».
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