Lo strano caso di Antonio Ingroia e di Sicilia e-Servizi Il Tribunale gli dà ragione, la Corte dei Conti gli dà torto

Sulle assunzioni operate da Sicilia e-Servizi – la società regionale che si occupa di informatica – si registra una diversità di vedute tra il Tribunale del lavoro di Palermo e la Corte dei Conti. Per il primo le assunzioni sono legittime. Per la magistratura contabile, no. 

Nel bel mezzo di questa storia un po’ surreale si trova l’amministratore di Sicilia e-Servizi, Antonio Ingroia, già pubblico ministero presso il Tribunale di Palermo. Se assumerà questi lavoratori, ottempererà a un pronunciamento del Tribunale del lavoro, ma finirà sotto inchiesta per danno erariale davanti la Corte dei Conti. Se invece seguirà gli indirizzi della magistratura contabile non metterà in esecuzione un pronunciamento del Tribunale del lavoro.     

«”Un’altra decisione ed un altro giudice del Tribunale di Palermo ordinano a Sicilia e-Servizi di riassumere un altro dei lavoratori assunti l’anno passato e che poi non erano stati confermati dopo il periodo di prova del contratto a tempo determinato a suo tempo stipulato», si legge in una nota diffusa da Ingroia. 

Il presidente di Sicilia e-Servizi fa riferimento a l’ennesimo pronunciamento del Tribunale di Palermo sul caso di un dipendente della società regionale che era stato assunto con contratto a tempo determinato e che, invece, secondo quanto stabilito dal Giudice del lavoro, dovrà essere assunto a tempo indeterminato. Si tratta del secondo lavoratore, difeso dallo studio legale Patanella di Palermo, al quale il Tribunale del lavoro dà ragione.   

«Quindi ora Sicilia e-Servizi – precisa Ingroia – dovrà riassumere con un contratto a tempo indeterminato un altro lavoratore che ha fatto ricorso al Tribunale del lavoro perché, secondo i giudici del Tribunale di Palermo, la società aveva l’obbligo di assumere tutti i lavoratori del socio privato e con contratti a tempo indeterminato. Chi lo dice al pm contabile, che invece ci ha rinviato a giudizio davanti alla Corte dei Conti, sostenendo che quelle assunzioni erano vietate? Chi glielo dice che si stanno moltiplicando le pronunce giurisdizionali che gli danno torto, stabilendo invece che quelle assunzioni non solo erano legittime, ma erano addirittura obbligatorie e necessariamente a tempo indeterminato? E ora che dovrebbe fare un’amministrazione seria e responsabile, se non assumere a tempo indeterminato tutti i lavoratori, senza che questa possa essere considerata una sfida contro un Pm contabile, ma il doveroso adeguamento alle ormai molteplici ed uniformi decisioni del Tribunale del Lavoro? Quando comprenderà quel Pm contabile – conclude Ingroia – che sarebbe stato serio e responsabile, come si addice a un funzionario dello Stato, ritirare la sua fantasiosa accusa di danno erariale smentita clamorosamente dal succedersi di pronunce del Tribunale del Lavoro di Palermo?».


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