Alla presentazione dell’Associazione nazionale dei criminologi e dei criminalisti italiani ilpresidente di Libera non torna sul caso Saguto, ma si appella all’etica: « Non voglio più sentire parlare di etica nella professione, ma di etica come professione».
Lo sfogo di Don Ciotti «Basta parlare di legalità»
«Sono stanco di sentire parlare di legalità». Parole pesanti, specie se pronunciate da chi da anni è in prima linea contro mafie e sfruttamenti come don Luigi Ciotti. Il padre e presidente dell’associazione Libera, intervenuto all’evento di presentazione dell’Associazione nazionale dei criminologi e dei criminalisti italiani, ha voluto lanciare un messaggio duro e diretto. «Parole come legalità ci sono state rubate – dice don Ciotti – sono state abusate e maltrattate».
«Per vent’anni abbiamo parlato di legalità, eppure siamo ancora qui a discuterne. La legalità non deve essere confusa con la giustizia, nasce dall’uguaglianza. Uguaglianza che manca in questo Paese». Il presidente di Libera non cela un velo di amarezza. Nessun accenno, tuttavia, alla vicenda giudiziaria che ha scosso il tribunale di Palermo, con il giudice Silvana Saguto, ex presidente delle Misure di Prevenzione, sospesa dopo l’apertura di un’indagine a suo carico da parte della Procura di Caltanissetta per aver tratto vantaggi personali dall’utilizzo delle proprie funzioni. La Saguto ha anche tirato in ballo Libera parlando con gli investigatori, contatti fortemente smentiti dall’associazione. «Gestire un coordinamento di associazioni come è Libera – continua don Ciotti – è molto difficile, impegnativo».
«Che l’etica – conclude – non si riduca a dei codici. L’etica chiama in causa l’integrità della nostra vita. L’etica significa responsabilità, significa non cedere alla tentazione delle scorciatoie, come purtroppo abbiamo visto nei fatti recentemente accaduti. Non voglio sentire parlare di etica nella professione, ma di etica come professione».