Si trova ancora in Rianimazione al Cannizzaro l'uomo che è stato arrotato da una Peugeot 1007 in via Antonello da Messina. Secondo la questura, «l'autovettura è stata usata come una vera e propria arma». Un veicolo dello stesso modello, il cui furto è stato denunciato ad Aci Castello, è stato ritrovato all'alba di ieri
Lite al Mama sea, è gravissimo il 35enne investito L’auto pirata forse rinvenuta incendiata a Nicolosi
Una notte e buona parte della mattinata in sala operatoria e ancora le sue condizioni sono gravissime. Si trova nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cannizzaro l’uomo di 35 anni che è stato investito in via Antonello da Messina, nel Comune di Aci Castello, intorno alle tre del mattino del 7 luglio. Coinvolto in un violentissimo scontro con un’automobile mentre camminava con un amico, un 32enne, dopo aver trascorso una serata nella discoteca dello stabilimento balneare Mama sea. A centrare i due in pieno, pare intenzionalmente, sarebbe stata una Peugeot 1007. Una vettura dello stesso modello è stata trovata in fiamme poche ore dopo, intorno alle 7.30, a Nicolosi, ai margini della strada. Sebbene ancora non sia stata consegnata la relazione tecnica dei vigili del fuoco, il rogo sarebbe di matrice dolosa. Solo uno degli elementi che fanno sospettare che le due vicende – l’incidente stradale e l’incendio dell’auto – siano collegate e che si tratti dello stesso mezzo.
Secondo alcune testimonianze, i due uomini – il 35enne e il 32enne, entrambi catanesi – avevano avuto una discussione con qualcuno all’interno del locale notturno, dove stavano trascorrendo la serata. Forse per festeggiare il compleanno del primo dei due, che ha compiuto gli anni proprio la sera del 6 luglio. Usciti dal locale, stavano attraversando via Antonello da Messina quando sono stati travolti da una macchina. Il più grande è stato trascinato dal veicolo per 500 metri, fino all’altezza della Baia verde, e poi arrotato dal pirata della strada. A raccontarlo ci sono la lunga scia di sangue sull’asfalto e le gravissime condizioni del giovane: ha ferite profonde a un braccio, a una gamba e a un occhio, che adesso rischia di perdere. Il suo amico, più giovane di tre anni, si trova ricoverato nel reparto di Ortopedia con una frattura al bacino.
Le indagini per individuare chi guidava la Peugeot 1007 che li ha investiti sono ancora in corso. E proseguono a ritmo serrato. Una svolta potrebbe essere data dal ritrovamento, all’alba di ieri, di un’automobile abbandonata dello stesso modello di quella incriminata. L’utilitaria è stata rinvenuta ancora in fiamme sulla strada intercomunale che da Nicolosi porta alla cosiddetta cava Asero. In uno slargo accanto a un muretto a secco, la vettura è stata divorata dal fuoco che, in base alle prime informazioni, sembrerebbe di origine dolosa. A collegare quest’auto con quella che è scappata dopo aver colpito le due vittime un ulteriore dettaglio: risulta rubata ad Aci Castello la sera del 6 luglio. L’ipotesi che si tratti della stessa macchina non è confermata né smentita dalle forze dell’ordine, che mantengono il massimo riserbo su chi abbia denunciato il furto dell’automobile e quando.
A confermare che l’investimento sia stato volontario arriva, nel frattempo, anche la decisione della questura di Catania di sospendere l’attività del Mama sea. «I gravissimi fatti verificatisi la notte tra il 6 e il 7 luglio scorsi ad Aci Castello», scrive la polizia, giustificano la chiusura per 15 giorni. Perché è all’interno del locale che, nella ricostruzione degli investigatori, «ha avuto origine la lite poi sfociata in tragedia», quando «un’autovettura è stata utilizzata come una vera e propria arma». «Il nesso tra i fatti avvenuti in strada e quanto accaduto nel locale – continuano le forze dell’ordine – è chiaramente indicato negli atti di chi è intervenuto sul posto. E la responsabilità del titolare affinché nel proprio locale non si verifichino fatti come quello registrato dalla cronaca è precisato dalla legge». Che impone ai gestori di evitare disordini e rischi per l’ordine pubblico all’interno dei propri locali.