Librino, uomo tenta di accecare convivente Aggrediti anche i parenti giunti in soccorso

Un uomo di 27 anni, nella giornata di ieri, si è scagliato contro la convivente di 26 anni, pestandola durante una lite. Alcuni testimoni accorsi in aiuto della donna hanno raccontato ai carabinieri, giunti sul posto, che l’uomo avrebbe cercato di cavare gli occhi alla compagna, fatto sancito pure dal successivo referto medico. L’aggressore oltre ad avere picchiato la donna, ha alzato le mani anche al padre, alla nonna e allo zio (quest’ultimi due portatori di handicap) della 26enne, alla presenza delle figlie di pochi anni della coppia. 

Ad allertare le forze dell’ordine è stata la telefonata di alcuni vicini di casa, richiamati dalle urla provenienti dall’abitazione di viale San Teodoro, nel quartiere di Librino. I militari del nucleo radiomobile del comando provinciale hanno quindi fatto irruzione nell’appartamento e, dopo una violenta colluttazione, hanno ammanettato l’aggressore, cercando di calmare i vicini di casa che volevano picchiarlo.

La vittima, trasportata d’urgenza all’ospedale Vittorio Emanuele, ha subito gravi danni a entrambi gli occhi (edemi palpebrali, lacerazioni congiuntivali, abrasioni corneali ed emorragie sottocongiuntivali), lesioni al settore temporale e nasale, con un prognosi di un mese. Lesioni di lieve entità per il padre della donna. Il 27enne, invece, è stato arrestato e trasferito al carcere di piazza Lanza e dovrà rispondere ai giudici di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali gravissime e resistenza a pubblico ufficiale


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo