Un'assemblea denominata il potere della bellezza, nella quale si è fatto il punto sui tanti problemi del quartiere, e sono state anche presente proposte: dall'abbellimento delle aiuole alla nuova Accademia di Antonio Presti. «Siamo disponibili, ma non siamo stati con le mani in mano», risponde alle critiche Rosario D'Agata, assessore con delega a Librino del Comune di Catania
Librino, tra incompiute e idee per il rilancio Fagone: «Chiediamo una casa per le associazioni»
«Che fine hanno fatto i decentramenti amministrativi a Librino? Non c’è una sola scuola superiore e nemmeno un distaccamento dei vigili urbani. Vorremmo sapere a che punto è il progetto del palazzo di cemento, e quello per le spine verdi, quello per il recupero della Brancati, e il trasferimento del commissariato». Sono problemi noti quelli elencati da Sara Fagone, responsabile della Cgil Librino, che oggi pomeriggio ha chiamato a una assemblea pubblica residenti, associazioni del quartiere e istituzioni, alla presenza degli assessori Rosario D’Agata, che ha una delega specifica per Librino, e Orazio Licandro, assessore alla Cultura, insieme al segretario della Camera del lavoro di Catania Giacomo Rota. Attorno a loro un centinaio di persone, riunite attorno allo slogan il potere della bellezza. Perché al di là dell’elenco dei problemi, l’incontro serve soprattutto a proporre due modi per rivivere la zona. «Chiediamo che una delle tante masserie ristrutturate del quartiere, ma vuote, venga data per creare una casa delle associazioni», afferma Fagone, che critica «l’affidamento di villa Fazio a una associazione che non è di Librino». Fagone annuncia anche una seconda iniziativa: «Vorremmo affidare aiuole e rotonde alle cure degli abitanti, iniziando con un evento al quale hanno già dato la disponibilità Fiumara D’Arte, il centro Talità kum, il gruppo scout di Librino», lasciando poi spazio alle domande dal pubblico per le autorità.
«Io ero ancora a scuola, e ho partecipato nel 2009 alla costruzione della Porta della Bellezza con una mattonella: mi si stringe il cuore a vedere quel posto, simbolo del rilancio del quartiere, circondato da aiule abbandonate», racconta Monica Ardizzone, 22 anni e neo componente del direttivo del Comitato Librino Attivo, che ha coorganizzato l’incontro e proposto l’iniziativa di abbellimento del quartiere. «Librino è lasciato all’anarchia, e chiedo l’impegno che il quartiere merita da parte dell’amministrazione: se Antonio Presti e Renzo Piano sono riusciti a interessarsene, perché la giunta non lo fa?», conclude Ardizzone.
«Io qui nel quartiere ho visto rabbia ma voglia di fare in 12 anni. E sono felice delle parole di Monica, e che si parli più della Porta che del palazzo di cemento ormai», risponde Antonio Presti, fondatore di Fiumara d’Arte e creatore dell’opera, che lancia anche lui una proposta. «Fate passare gli autobus turistici anche davanti alla Porta della Bellezza. Opera che si deve continuare, anche senza il mio intervento. E che marcia insieme al museo di fotografia che ho pronto ma non posso realizzare senza l’aiuto delle istituzioni. Inoltre – prosegue il mecenate – vorrei che la ex scuola Brancati diventasse sede di una Accademia che curi il mio patrimonio artistico che donerò a Librino. Ne ho parlato al sindaco ma non ho avuto risposta», conclude Presti. Un discorso al quale si ricollega Santo Molino, ex preside dell’istituto comprensivo Pestalozzi del villaggio Sant’Agata e coordinatore presidi della provincia: «Qui ho passato 15 anni, e il problema della mancanza di scuola superiore si accompagna al primato nazionale dell’abbandono scolastico», ricorda il dirigente scolastico.
«Qui tutto si è basato sulla scuola e su quello che fanno le parrocchie per l’educazione», commenta la signora Gabriella, residente in viale Castagnola, che introduce anche un elemento nuovo: le differenze all’interno del quartiere. «La zona più vecchia del quartiere è fatta solo di anziani, praticamente segregati in casa. Mentra dalla zona nord di Librino la sera scendono con i motorini i giovani, puntando alle poche attività commerciali», racconta la signora. Spazio, tra gli interventi, anche per l’associazione sportiva Hdueo che per sette anni ha gestito l’unica piscina del quartiere, all’interno della scuola Campanella Sturzo. «Adesso la nuova preside ha deciso di cambiare gestione. Ci dicono che il posto è diventato vuoto, buio, non c’è più vita. Noi in questi anni credo che non abbiamo fatto solo nuoto, ma abbiamo costruito qualcosa, con molti atleti che fanno gare nazionali. Costruire un nuotatore è costruire bellezza: guardate i nostri ragazzi», afferma Marilena Tosto, presidente di Hdueo.
«Credo che non ci sia bisogno di dividere ulteriormente Librino in figli degli spacciatori e figli di genitori per bene: nelle nostre scuole, fino ai 13 anni, la dispersione è praticamente zero», ricorda Cristina Cascio, preside dell’istituto Musco e coordinatrice dell’Osservatorio d’area Librino sulla dispersione. «A Librino manca anche un distaccamento dei vigili del fuoco, che era stato promesso dal sindaco precedente. A che punto siamo?», chiede Salvo Castro, rappresentante dei vigili del fuoco precari. «Sono stati scritti fiumi di documenti, progetti, io mi auguro che sia l’ultima volta che si assiste a un evento del genere, e che l’amministrazione cambi metodo: ci sono modi per fare avvenire le cose in modo più pratico. E la prossima volta mi aspetto un incontro con i tecnici sulle richieste anche innovative prodotte dal quartiere», ricorda Laura Saija, ricercatrice di Urbanistica e tra le promotrici del patto per il fiume Simeto. «L’associazione che gestisce villa Fazio ha chiamato un esperto di teatro sociale da Roma. E noi, che facciamo teatro da trent’anni qui nel quartiere, non veniamo nemmeno presi in considerazione?», lamenta Alfio Guzzetta, attore e fondatore dell’associazione Terreforti. «Non vorremmo che qui a Librino fossimo considerati gli ultimi», afferma Giusi MIlazzo, responsabile del sindacato inquilini Sunia.
«Ho ascoltato una miscellanea di voci questa sera. Siamo disponibili e ci attrezzeremo per essere concreti. Ma ricordo che siamo in carica da poco più di un anno. E non siamo rimasti con le mani in mano: i finanziamenti per il piano città per rifare il palazzo di cemento porteranno a fare i lavori in sei mesi. E lì al’interno ci sarà spazio per le associazioni», risponde, dopo aver ascoltato i lunghi interventi, Rosario D’Agata, assessore con delega a Librino del Comune di Catania. «Noi faremo una grande iniziativa sulla casa, di livello nazionale, e vorremmo farla a Librino, insieme al Sunia. Ma secondo me quello che man a è un continuo monitoraggio della situazione», afferma Giacomo Rota, rispondendo a Milazzo. Disponibilità a un intervento concreto in risposta alle varie richieste viene anche da Orazio Licandro, assessore alla Bellezza condivisa. «Abbiamo avviato con fatica una macchina burocratica inceppata, e stiamo affrontando emergenze e programmazione poderosa per i beni culturali, con 15 progetti finanziati con 20 milioni da Invitalia», ricorda Licandro.