Librino, inizio d’estate tra le fiamme Verde abbandonato e pochi vigili del fuoco

Librino brucia. Il parco urbano, le spine verdi, le aree che circondano il Campo San Teodoro, le erbacce di viale Moncada, villa Fazio, perfino lo spazio antistante la sede della Multiservizi. Cioè la società municipalizzata che dovrebbe provvedere alla scerbatura. Brucia il verde, diventato giallo, e il fuoco lambisce i palazzoni del quartiere alla periferia sud di Catania, soffocandoli in dense nuvole nere e provocando danni a condizionatori, grondaie, facciate e cavi elettrici. Lo scenario di questo inizio d’estate è uguale a quello degli anni scorsi. «Il Comune non ha provveduto alla pulizia delle aree quando era il momento, cioè a maggio e giugno, e ora è troppo tardi», denuncia Piero Mancuso, coordinatore del settore giovanile dei Briganti rugby.

Il Campo San Teodoro, sede della squadra, ha un ricco calendario di attività estive. Ma in due occasioni le fiamme hanno rischiato di distruggere quanto recuperato in quest’ultimo anno dai volontari. «Una ventina di giorni fa – racconta Mancuso – ha preso fuoco il terreno che confina con la parte bassa dell’impianto e si sono bruciati alcuni alberi di pesco che avevamo piantato nell’orto. Martedì scorso, invece, è toccata alla parte alta, quella a ridosso delle palestre ed è andato distrutto un tubo dell’acqua. Ma prima o poi brucerà anche il lato nord, dove è tutto secco, e là vicino c’è anche la scuola». Sabato scorso si sono vissuti momenti di paura in viale Moncada. Proprio lo stesso pomeriggio in cui, in piazza Università, andava in scena la festa per l’elezione del sindaco Enzo Bianco. Coincidenza evidenziata da un nostro lettore. «L’incendio – si è sfogato con Ctzen Francesco Friscia, residente a Librino – ha danneggiato i nostri palazzi e le nostre case, bruciato i nostri giardini, impallidito le nostre mamme, spaventato i nostri figli. L’ennesima negligenza di una sorda amministrazione che viene solo in determinate occasioni e che non ha mai fatto il proprio dovere. Oggi nelle piazze c’è festa – ha concluso – ma qui rimane solo tanta paura e tanto sdegno».

Nelle spine verdi, cioè proprio quelle aree che avrebbero dovuto rendere più vivibile il quartiere, da mesi non si effettua la scerbatura. E l’erba, alta e secca, è diventata ricettacolo di rifiuti di ogni tipo. «A volte a provocare le fiamme sono ragazzini che non hanno nulla da fare – spiega Mancuso, del Campo San Teodoro – ma spesso basta anche una cicca di sigaretta buttata in un’aiuola». In una lettera indirizzata al sindaco, la Cgil e il Comitato Librino attivo, denunciano l’abbandono e il numero limitato dei vigili del fuoco – nell’incendio di sabato in viale Moncada è dovuta intervenire la squadra di Maletto – e sollecitano «il diserbamento di tutte le aree incolte e il completamento delle spine verdi, affinché la causa venga rimossa». Sono stati gli stessi vigili del fuoco catanesi, nei giorni scorsi, ad intervenire attraverso il sindacato Cisl, per denunciare «la carenza di mezzi, pochi e invecchiati, a disposizione» e chiedere l’invio di nuove attrezzature dalle regioni del Nord meno soggette alle emergenze.

A questo si aggiungono la carenza di soldi – sempre meno quelli stanziati dalla Regione Sicilia per la campagna boschiva 2013, da maggio a settembre – e la formazione a rilento del personale da parte del Ministero dell’Interno. «Così succede che per 40 capi squadra andati in pensione ne sono arrivati appena quattro – denuncia la Cisl Catania – E capita pure che le squadre, prima ancora di completare un intervento, si ritrovano già organizzate per operare in un’altra zona». Marco Morabito, dirigente del Comune per la gestione del Verde pubblico, attualmente congelato dal nuovo sindaco, ammette le colpe, ma allarga le braccia: «Siamo stati lenti a pulire, ma riusciamo a fare poco con la sola Multiservizi – spiega – Librino ha un grosso problema che sono le grandi aree espropriate ma non edificate, centinaia di ettari lasciati all’abbandono e che è molto difficile gestire. Queste non possono essere catalogate come semplice verde pubblico. Servirebbero mezzi diversi. In questi giorni – conclude – stiamo cercando di eliminare alcuni punti di possibile innesco: gli spartitraffico e le strisce laterali dei viali principali. Ma la coperta è corta».

Salvo Catalano

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