Libertà di informazione: l’Italia non perde il vizio

L’Italia, in quanto a libertà di informazione, continua a scandalizzare l’America. Non a torto. Ricordate l’invito di Giorgio Napolitano ai media ad essere più cooperativi? Quelle frasi sono suonate come un attentato all’indipendenza della stampa negli Usa.  Dell’argomento torna ad occuparsi il quotidiano online La Voce di New York. com con il quale LinkSicilia si onora di collaborare:

 

Si discute nuovamente una proposta di legge che minaccia blogger e giornali online

Alla Camera è tornata la cosiddetta norma ammazza blog, una proposta di legge che introduce nuove disposizioni sul reato di diffamazione. Depositato dal partito di Scelta Civica lo scorso 6 Giugno e basato sulle modifiche alla legge sulla stampa del 1948, il testo, a prima firma di Stefano Dambruoso e sottoscritto da altri 13 deputati centristi tra cui Andrea Romano e Mario Marazziti, è stato assegnato venerdì 21 giugno alla Commissione di Giustizia, dove già si è avviato l’iter sulla riforma della diffamazione a mezzo stampa.
La novità della proposta è che estende l’obbligo di rettifica, su richiesta di chi si ritiene offeso, alle testate telematiche.

La norma anti-blog recita così’: “Per i siti informatici, ivi compresi i blog, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate entro quarantotto ore dalla richiesta, in testa alla pagina, prima del corpo dell’articolo, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”.
Tutto questo riporta inevitabilmente le nostre menti ad un paio di anni fa, quando cioè un gruppo di blogger e giornalisti italiani fecero appello per contrapporsi alla “legge bavaglio alla rete”, una proposta che avrebbe aggiunto ulteriori barriere alla libertà di espressione su Internet. Anche in quel caso, la proposta prevedeva una estensione dell’obbligo di rettifica dalle pubblicazioni a stampa a quelle online, inclusi dunque anche i blog (continua a leggere su lavocedinewyork.com)

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Tirata d’orecchie a Napolitano da NewYorK: “I media non devono collaborare con il potere”


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