Trenta spiagge dove i disabili possono tranquillamente godersi il mare in autonomia. Sono le località siciliane che hanno investito sui servizi per le persone con difficoltà motorie, ma non solo. Adatte anche ai non vedenti, ma pure alle mamme incinta o con bambini piccoli. A censirle è stata l’associazione Sicilia Turismo per Tutti, in collaborazione con l’assessorato regionale al Turismo, a quello al Turismo del Comune di Siracusa, alla Capitaneria di porto di Siracusa, all’Area marina protetta del Plemmirio e a un lungo elenco di associazioni che si occupano di disabilità e che sono andate a verificare personalmente che le spiagge fossero effettivamente attrezzate.
«Solo alcune sono ad accessibilità totale – spiega Bernadette Lo Bianco, presidente di Sicilia turismo per tutti e insegnante di accoglienza turistica all’istituto alberghiero di Siracusa -. Significa che hanno tutto quello che serve: scivoli all’ingresso, passerelle fino a mare, servizi igienici dedicati, docce ad altezza di persone sulla sedia a rotelle e almeno una sedia job». Si tratta di speciali carrozzine con le ruote galleggianti che permettono di entrare in acqua, dove le barriere finalmente si annullano. «Cinque anni fa non c’era niente di tutto questo – spiega Lo Bianco -. Abbiamo avviato un paziente lavoro di sensibilizzazione, tre anni fa il primo lido si è dotato della sedia job, oggi sono 15 solo in provincia di Siracusa».
Il capoluogo aretuseo, grazie al lavoro delle associazioni, è diventata la città di riferimento in Sicilia in questo settore. «Man mano che arrivano le richieste, si crea un mercato e molti imprenditori si interessano – sottolinea la presidente di Sicilia turismo per tutti -. Io sono partita proprio dall’approccio economico. Mi sono resa conto che in Sicilia non esisteva niente per i disabili, mentre in Veneto già qualche anno fa è partito un progetto pilota». Un mercato di nicchia, ma con grandi potenzialità. «La Sicilia è una meta richiestissima analizza Lo Bianco -. In questi quattro anni sono venuti circa tre milioni di turisti con difficoltà motorie o di altro tipo. Infine non bisogna dimenticare che un disabile non viaggia mai da solo e che la durata media di un viaggio di questo tipo è di dieci giorni, per una spesa di mille euro».
L’approccio economico si accompagna a quello etico, i servizi migliorano, ma resta la sfida della comunicazione: raggiungere chi cerca informazioni per un turismo accessibile. «In Sicilia, a differenza di altre Regioni, mancano portali turistici istituzionali – conclude Lo Bianco – qualche passo avanti è stato fatto con Visit Sicily, ma la strada da questo punto di vista è ancora lunga».
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