Trentacinque bambole diverse: creazioni artigiani da collezionare realizzate dalle volontarie dell'associazione Ekta. «Hanno lavorato giorno e notte per questo omaggio alla nostra Patrona», dice la presidente del comitato per la festa Mariella Gennarino
Le pupe di Sant’Agata: dal simulacro alla devota incinta «Tutto il ricavato andrà alla Casa delle ragazze madri»
Sono 35, tutte diverse l’una dall’altra, curate nei dettagli e impreziosite da
tessuti pregiati. Le pupe omaggio a Sant’Agata, creazioni artigianali, pezzi unici e da
collezione realizzate dalle donne dell’associazione Ekta inaugurano il calendario delle
manifestazioni agatine del mese di agosto. Da un’idea della presidente del comitato per la festa di
Sant’Agata, la stilista e imprenditrice Mariella Gennarino, nasce l’iniziativa solidale, frutto
dell’incontro con il presidente di Ekta Mauro Guarino e la vicepresidente Maria Novara. «Un’unione di intenti che culmina nell’amore e nella devozione per la nostra Santa Patrona», ha sottolineato Gennarino.
Dalla chiesa di San Nicolò l’Arena – dove mercoledì 10 agosto saranno esposte durante l’evento
di arte, sculture barocche e musica La notte delle candelore – si sposteranno, giovedì 11 a Palazzo
della Cultura, in occasione della rappresentazione teatrale Agata, vergine e martire, con la regia di
Pino Pesce, a cura del Teatro Massimo Bellini, in collaborazione con il comitato per la Festa di
Sant’Agata (ingresso libero). Le pupe saranno conservate a Palazzo della Cultura fino all’apertura
della vendita prevista nel mese di dicembre, attraverso un’asta di beneficienza il cui ricavato sarà
devoluto alla Casa Ragazze madri, secondo indicazione dell’arcivescovo Luigi Renna. «Intorno alle pupe tanto fermento ed energia positiva, non posso che ringraziare Ekta e le donne
dell’associazione che hanno lavorato giorno e notte, in nome della nostra Agata, per contribuire con
originalità e generosità al progetto a sfondo sociale», ha commentato Gennarino.
Le pupe ispirate alle candelore. Scrupolosamente caratterizzate da particolari che ne
danno un’identità precisa, colori, sguardi, merletti, applicazioni, sorrisi. C’è persino la devota
incinta. La vita, il martirio, la santità di Agata prendono così le forme e il volto di questi esemplari,
da custodire come oggetti preziosi (non adatti ai bambini). «Dietro la realizzazione delle pupe
c’è un lavoro meticoloso che passa dallo studio dell’epoca e da un’approfondita ricerca del tipo di
tessuti e ornamenti», hanno spiegato Novara e Zuccarello, ringraziando la mano che ha realizzato il
reliquiario, Maria Lanzafame, posizionato al centro tra i personaggi.
Il messaggio di solidarietà va oltre, e si estende alle vittime di femminicidio. «Il mio pensiero oggi
più che mai, alla luce di un’ennesima notizia di violenza domestica, va alle innumerevoli donne
vittime di una brutalità cieca generalmente da parte di fidanzati, mariti, ex compagni», ha concluso Gennarino, che delle celebrazioni intende onorare il vero significato incarnato da Agata,
quale simbolo di amore e sofferenza.