L'assessora all'Energia ieri ha parlato all'Assemblea regionale siciliana. Critiche per la mancata informatizzazione del dipartimento ma anche ad alcune Srr e alla scarsa raccolta differenziata delle grosse città. «Unica strada è la collaborazione tra enti», dice
Le comunicazioni del governo sull’emergenza rifiuti Baglieri: «Mappare i flussi e spedirli fuori Regione»
«Portare un po’ di chiarezza su un tema che sta nuovamente attanagliando la nostra Regione». Comincia così l’intervento dell’assessora all’Energia Daniela Baglieri nella seduta di ieri al parlamento siciliano. Un momento di sintesi in cui il governo guidato da Nello Musumeci – non presente in aula – ha dato alcune comunicazioni sull’emergenza rifiuti in Sicilia. «Ci ritroviamo – dice Baglieri – nuovamente a gestire l’ennesima esigenza di andare a fronteggiare una crisi, dettata questa volta dalla chiusura della discarica di Oikos a Motta Sant’Anastasia. Tutto questo fa tornare una situazione di sofferenza che tutti i cittadini, non solo quelli della Sicilia orientale, stanno subendo». Riferimento a quanto avvenuto a metà giugno, quando il tribunale amministrativo regionale ha annullato l’autorizzazione alla discarica in provincia di Catania. Cancelli chiusi che hanno fatto sprofondare l’Isola nell’ennesima situazione emergenziale.
«Tuttavia quando si parla di emergenza si fa riferimento a una situazione a livello regionale – continua Baglieri dai banchi del governo – ecco perché bisogna chiedere la collaborazione di diversi attori che operano su diversi livelli. Dai territori ho avuto una leale collaborazione ma è anche vero che la gestione non può demandarsi ai singoli. La chiusura di Oikos è stata affrontata cercando di razionalizzare i flussi dei rifiuti. In un contesto in cui abbiamo cercato di farli circolare nell’ambito della Regione, evitando costosi invii fuori dal territorio». Sistema, quest’ultimo, che per il governo regionale «non può procrastinarsi. C’è una questione di credibilità personale perché mi sono impegnata più volte con i gestori della discarica di Gela – unico impianto pubblico nell’Isola a cui la Regione chiede puntualmente di ricevere più sovvalli – dicendo loro che si trattava di un tempo transitorio. Al contempo abbiamo diffidato le Srr a individuare i siti fuori Regione. Ci siamo resi conto però che lavorano a macchia di leopardo, alcune si sono attivate, altre non lo hanno fatto».
«Io ho un approccio laico ai problemi – continua Baglieri – I rifiuti così come l’acqua sono precondizioni per lo sviluppo dell’intera Regione. Non possiamo parlare di investimenti, turismo o idrogeno se ancora, a giugno 2022, siamo costretti a parlare di come sopperire alla gestione dei rifiuti. Forse è giunta l’ora di iniziare a stilare le cose che bisogna fare in quest’ultimo scorcio di legislatura». Il primo punto su cui si sofferma l’assessora è quello della mappatura dei flussi dei rifiuti «che al momento monitoriamo secondo i dati immessi dai singoli Comuni nella piattaforma Orsa. Se aumenta la differenziata diminuirebbe l’esigenza di conferire in discarica. Se le Città metropolitane dicono di avere avviato questo percorso mi stupisco che alcune stiano soffrendo». Riferimento, quest’ultimo, a Catania e alle strade piene di spazzatura. Il capoluogo etneo dal 20 giugno ha dato il via a due nuovi step del porta a porta. Novità coincisa con l’affidamento dell’appalto nel lotto centro al consorzio Gema che ha preso il posto di Dusty.
«Ho trovato – aggiunge Baglieri – un dipartimento che non è informatizzato, non si può fare la transizione ecologica senza quella digitale. Bisogna accelerare sulla dotazione impiantistica per rispondere alle esigenze di autonomia e prossimità. Tutto questo è stato messo nel piano dei rifiuti, lo stesso che la stampa ha raccontato come bocciato dall’Unione europea, non si tratta di una bocciatura ma c’è stata una richiesta di dati informativi che sono stati già forniti». Sul punto da registrare la replica in aula del deputato del Movimento 5 stelle Giampiero Trizzino. «L’Unione europea indica una profonda rivisitazione del piano – spiega – ossia abbiamo gli stessi rilievi del 2019 fatti dal ministero dell’Ambiente. Questa situazione di estrema difficoltà colpisce a cascata le Srr. Senza questa documento ci sono difficoltà nella programmazione dell’impiantistica». «Siamo arrivati al momento in cui sedersi tutti attorno a un tavolo per avviare un percorso condiviso che non sia a breve termine così da dare speranza e decoro ai cittadini – conclude Baglieri – Il tema non è l’emergenza ma avviare azioni che vadano verso dei macro-obiettivi. Le 18 Srr devono funzionare guardando alla portata del problema senza più commissariamenti».