La quarta sezione penale della Cassazione ha confermato a novembre scorso il verdetto emesso dalla Corte d'appello di Palermo nel 2012 nei confronti dei tre ex dirigenti dello stabilimento Fincantieri Luciano Lemetti, Giuseppe Cortesi e Antonino Cipponeri
Lavoratori Fincantieri morti per amianto Le motivazioni della sentenza di condanna
La Cassazione (seppure con una riduzione delle pene per intervenuta prescrizione di alcuni capi d’imputazione) ha confermato le condanne per omicidio colposo a carico di tre ex dirigenti dello stabilimento Fincantieri di Palermo, sotto processo per la morte di 37 operai uccisi dall’esposizione all’amianto, e per la malattia sviluppata da altri 24 lavoratori.
«In tema di omicidio colposo sussiste il nesso di causalità tra l’omessa adozione da parte del datore di lavoro di idonee misure di protezione e il decesso del lavoratore in conseguenza della protratta esposizione alle polveri di amianto» si legge nelle motivazioni della sentenza con cui i giudici hanno confermato, inoltre, i pesantissimi risarcimenti civili – circa 5 milioni – ottenuti dalle vittime.
La quarta sezione penale della Cassazione ha sostanzialmente confermato a novembre scorso il verdetto emesso dalla Corte d’appello di Palermo nel 2012. In base a quanto ridefinito dalla Suprema corte, la pena per Luciano Lemetti è passata (da 4 anni e 2 mesi) a 3 anni e 6 mesi, per Giuseppe Cortesi (da 3 anni e 5 mesi) a 3 anni e 1 mese, e per Antonino Cipponeri (da 2 anni e 8 mesi) a 2 anni, 7 mesi e 10 giorni. «Sono state smentite – scrive la Cassazione – le tesi circa l’imprevedibilità dell’evento attesa la piena consapevolezza della specifica pericolosità dell’assunzione per via aerea di microfibre di amianto e della loro correlazione con processi cancerogeni, nota fin dal 1964 e la prevedibilità di eventi dannosi con richiamo alle sentenze di questa Corte». «Correttamente – aggiungono i giudici – è stata ritenuta l’inottemperanza degli imputati, quali titolari della posizione di garanzia rispetto ai danni provocati ai propri dipendenti in quanto gestori dello stabilimento, all’onere di adottare serie misure di prevenzione per l’eliminazione o la riduzione della polverosità delle lavorazioni».
A Palermo, davanti a diversi giudici e in diverse fasi processuali, pendono ancora quattro giudizi per omicidio e lesioni colpose ai danni di operai dello stabilimento dovute all’asbestosi e al mesotelioma pleurico, patologie sviluppate dall’esposizione all’amianto.