Il «caso» Nazionali modifica la prospettiva dalla quale inquadrare Brescia-Palermo. In condizioni normali, i rosanero avrebbero goduto dei favori del pronostico ma l’assenza di otto giocatori impegnati con le rispettive selezioni (e a questo proposito va segnalato il rientro in città del difensore sloveno Struna a causa del riacutizzarsi di un fastidio all’adduttore destro) rischia di spostare l’ago della bilancia dalla parte dei padroni di casa. Sposa questa tesi Antonio Filippini, doppio ex della gara in programma oggi alle 18 allo stadio Rigamonti: «Penso che il Brescia possa vincere questa partita proprio perché al Palermo mancano otto titolari – ha dichiarato Filippini, classe 1973, intervistato da Meridionews – sono assenze pesanti, è come se fossero otto squalificati. Detto questo, però, va sottolineata la caratura del Palermo, una squadra molto competitiva e guidata da un tecnico che secondo me può fare la differenza. L’organico, inoltre, presenta elementi all’altezza della situazione in grado di rimpiazzare i compagni. È innegabile, tuttavia, che otto assenze non sono poche e che questo aspetto non è un vantaggio per i rosanero».
Nazionali a parte, anche lo spessore tecnico delle Rondinelle rappresenta una minaccia per gli uomini di Tedino: «Nonostante la sconfitta, ad Avellino la squadra ha disputato una buona partita. Il Palermo non avrà un compito facile anche perché troverà di fronte un Brescia intenzionato nella prima gara interna del campionato a vincere o comunque ad ottenere dei punti. La squadra, peraltro, si è rinforzata in sede di mercato e ci saranno alcuni volti nuovi che certamente vorranno mettersi in mostra». Per gli ospiti, in ogni caso, il pericolo numero uno è il veterano Caracciolo: «È un giocatore che può fare la differenza. Magari non ha il dinamismo di un tempo ma in area di rigore non ha perso la sua efficacia». Ed è uno dei punti fermi del progetto tecnico dei lombardi. Un progetto affidato all’ex presidente di Cagliari e Leeds, Cellino, dopo la fine dell’era Bonometti: «Intanto dobbiamo ringraziare Bonometti che in questi ultimi anni ha salvato il club da un fallimento sicuro – ha spiegato l’ex centrocampista originario di Brescia – per quanto riguarda Cellino, ritengo sia la persona che serviva al Brescia ed è un presidente che conosce bene il calcio».
Filippini, che durante la sua esperienza a Palermo (21 presenze e 2 gol dal gennaio a giugno 2004 dopo otto stagioni e mezzo consecutive con la maglia delle Rondinelle) ha continuato a coltivare la passione per la musica rock condivisa con il gemello Emanuele, tredici anni fa è stato assieme al fratello uno dei protagonisti della cavalcata trionfale culminata con la storica promozione in serie A. Antonio, dunque, ha i ‘titoli’ per dare un consiglio al Palermo attuale e indicare la strada che la squadra deve prendere per legittimare le proprie ambizioni. «Il segreto è l’unità di intenti – ha spiegato – se i rosanero seguiranno costantemente il proprio allenatore, uno dei più bravi in circolazione a mio avviso, sicuramente potranno valorizzare la propria cifra tecnica e recitare un ruolo molto importante in questo campionato».
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