Cumuli di spazzatura nei luoghi più frequentati di Catania. Ma, almeno in questo caso, per attirare l’attenzione su un problema: la mancanza di educazione civica e la sua conseguenza che equivale a una città invasa dalla munnizza. È la nuova idea del venticinquenne Davide Pezzillo, laureato all’accademia di Belle arti di Catania e soccorritore al parco avventura sull’Etna.
«Vado nei posti, vedo la spazzatura e la accumulo creando una struttura che attiri l’attenzione dei passanti», spiega a MeridioNews il giovane catanese che ha vissuto per un periodo a Granada, rendendosi così conto della grande differenza tra la città spagnola e la sua città. «Quando sono tornato mi sono reso conto che il problema della spazzatura a Catania è fuori controllo. E mentre spazzavo uno dei posti dove faccio arrampicata con il mio gruppo, ho pensato: “Cosa concludo così? Resterà pulito per un paio di giorni e poi tornerà come prima”. Ecco perché mi è venuta l’idea di fare qualcosa per dare ai catanesi e al Comune la consapevolezza di quanta sporcizia c’è e dell’indifferenza con cui viviamo questa situazione».
Ed effettivamente l’iniziativa non è passata inosservata. «Le persone notano la spazzatura, ma mi rendo conto che chi sporca è difficile da sensibilizzare. Ecco perché punto sul trasmettere il messaggio soprattutto al Comune, che dovrebbe in primo luogo educare il cittadino, e in secondo luogo punirlo se non rispetta le regole con delle multe che possano, alla lunga, scoraggiare chi ha il vizio di lasciare i propri rifiuti in giro». Una città sporca non è sicuramente un buon biglietto da visita per i turisti, che cominciano pian piano a tornare in città dopo i mesi di lockdown. «Sporchiamo i luoghi su cui invece dovremmo puntare maggiormente. Lavoro sull’Etna, al parco avventura, e trovare la spazzatura lì è come trovarla in Francia sulla Tour Eiffel. Semplicemente vergognoso e stupido».
E qui entra in gioco anche il lato artistico. «I rifiuti, accumulati acquistano nuova vita e un nuovo significato. E si fanno notare. In piazza Spirito Santo, per esempio, è partito l’applauso di un ragazzo, mentre al porticciolo di Ognina ho parlato con i pescatori, che si sono resi conto della situazione pessima». Anche al Borghetto Europa qualcuno si è fermato a scattare qualche foto, aspettandosi però che subito dopo Davide gettasse l’opera nei cestini. E invece no. «Li lascio lì perché devono essere visti da più persone possibili. Lì in mezzo c’è sushi decomposto, bottiglie di birra, cartoni di pizza, panini, buste di spazzatura abbandonate che le persone, consapevoli di sbagliare, nascondono in mezzo ai cespugli».
Dopo aver postato le foto sul suo profilo Facebook Davide ha ricevuto una decina di messaggi di supporto e aiuto, tra cui i ragazzi dell’associazione Atlas e la presidente di Legambiente Catania. «È bello perché senti di aver smosso la coscienza di qualcuno e per questo ho intenzione di continuare. Cominciando da piazza dei Martiri e magari dai Pini di Nicolosi. E se qualcuno vorrà aiutarmi bene, anche se voglio che passi il messaggio di quanto può fare la differenza una sola persona. Pensiamo se fossero cinquanta o cento».
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