La sinistra a Palermo e la vittoria del No al Referendum «Sondiamo un soggetto unitario per il governo della città»

La sinistra palermitana si riunisce per vagliare la possibilità di un progetto comune, nel rispetto delle identità, partendo dal risultato del referendum costituzionale, che in città ha visto prevalere il No, in particolare nei quartieri periferici dove emergenze sociali e povertà proliferano. Questo il punto di partenza di un dibattito interno a formazioni politiche, associazioni e intellettuali per studiare un modello sociale di sinistra, e in particolare a sinistra del Partito democratico, che sia ispirato alla redistribuzione e che contrasti il dilagare delle politiche neoliberiste. 

Un incontro, quello che si è svolto alla Real Fonderia alla Cala, che ha visto la partecipazioni di esponenti politici e esponenti dell’associazionismo e della società civile. Presenti, tra gli altri, l’assessore Giusto Catania, Claudia Rizzo, della segreteria provinciale di Sel, Vincenzo Fumetta, segretario di Rifondazione Comunista a Palermo, Luca Casarini e diversi consiglieri comunali e di circoscrizione – Alberto Mangano, Filippo Occhipinti, Paola Lucido, Lavinia Tumminia e Luca Reina. Consistente, come detto, la componente dell’associazionismo e dell’attivismo cittadino, in particolare di quelle realtà che si spendono per l’integrazione dei migranti e per l’attuazione di politiche redistributive.

Un confronto per sondare la proposta di quelle formazioni che intendono presentare un’idea di città che tenga in considerazione il significato profondo del fallimento della riforma costituzionale, «che ha evidenziato il conflitto tra amministrazioni locali, Stato e Regioni – come ha detto Luca Casarini -, una realtà della quale la prossima amministrazione comunale dovrà tenere conto. Occorrerà ragionare su un bilancio comunale che non sia semplicemente in linea con i profili tecnico-amministrativi, ma dovrà essere di natura politica. Servirà affrontare le questioni sociali in modo diverso, per esempio approcciandosi alla questione migranti considerandola in maniera strutturale e non emergenziale. Per questo occorrerà un metodo nuovo per stilare il programma per il governo di Palermo, che dovrà essere scritto dentro la città, e non per la città. Sarà necessario andare nei quartieri e confrontarsi con quella gente che oggi ha bisogno di essere rappresentata, perché fino a ora non lo è stata».

Il governo della città è stato il tema centrale dell’incontro: un confronto per sondare la possibilità di un soggetto unitario che vada aldilà delle competizioni elettorali, ma che necessariamente dovrebbe tenere in considerazione la scadenza delle prossime elezioni amministrative: «È un percorso importante per la sinistra di questa città – dice l’assessore Catania – Questa è l’occasione per un campo aperto di discussione per coinvolgere tutti i cittadini che credono sia possibile costruire una società di sinistra a Palermo, ovviamente a sinistra del Pd, e che guardi alle prossime amministrative solo come una tappa. Penso che il percorso dell’amministrazione Orlando vada continuato e rilanciato».

Parole di elogio per l’amministrazione Orlando arrivano anche da Claudia Rizzo di Sel, che non comunque tralascia le i problemi rimasti irrisolti, sulle quali l’eventuale soggetto unitario della sinistra dovrà lavorare: «Palermo è una città dal potenziale enorme. L’amministrazione attuale ha fatto tanto, ha risanato il bilancio comunale, ha evitato la privatizzazione delle municipalizzate e ha migliorato la qualità della vita dei cittadini. Restano alcune questioni gravi da affrontare, come la povertà in aumento e la disoccupazione, in particolare per quel che riguarda la generazione dei nati negli anni Ottanta come me. Occorre fare nostre queste problematiche andando nei quartieri, non possiamo limitarci a raccontarle».

Manlio Melluso

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