La Libia, le elezioni e gli americani pigliatutto

di Eric Mentovan

Fateci caso: sulle elezioni in Libia tutti non hanno altro che congratularsi. Si congratula il presidente degli Stati Uniti d’America, Obama. Si congratula il ministro degli Esteri del nostro Paese, Giulio Terzi. Congratulazioni di qua, congratulzioni di là. Forse, così leggiamo, in Libia i liberali avranno la meglio sul partito islamico. Cambierà qualcosa per noi?

La verità è che è già cambiato tutto. In peggio. Il Mediterraneo è stato militarizzato. Eppure dalle nostre parti si continua a parlare di ‘Primavera araba’ e amenità varie. Eppure solo in questi giorni i pescherecci siciliani stanno rientrano dopo un lungo sequestro da parte delle autorità libiche. Chi si era illuso che, dopo Gheddafi, qualcosa in meglio sarebbe cambiata è stato servito.

La Libia post Gheddafi – a prescindere da chi vincerà le elezioni in questo Paesi, siano essi i liberali o gli islamici – non concederà nulla all’Italia e meno che mai all’Unione Europea. Gheddafi, abusivamente, aveva esteso le acque territoriali di oltre 30 miglia rispetto a quanto previsto dal diritto internazionale. Il nuovo regime libico non solo ha confermato un abuso, ma ha anche lanciato un segnale preciso ai pescatori che scorrazzano nel Mediterraneo: nelle ‘loro’ acque non si entra. Il monito vale per i pescatori di Mazara del Vallo, ma non soltanto per loro.

Mentre succede tutto questo, mentre gli Stati Uniti d’America si sono ripresi tutto il Mediterraneo – dalla Tunisia alla Libia, fino all’Egitto – noi continuiamo e pensare che sia in corso la ‘Primavera araba’.

Peccato che la ‘Primavera araba’ stia coincidendo ‘casualmente’ con un bruttissimo ‘inverno’ dell’Unione Europea. Una delle caratteristiche dei massoni che imperversano tra le istituzioni che governano l’Unione Europea è quella di dimenticare tutto. Anche il passato recente.

Il tempo in cui si celebrava l’euro come la nuova “moneta del mondo” sembra tramontato. Eppure sono passati meno di dieci anni. Come amnesie, gli ‘eurocrati’ che stanno portando alla rovina interi Paesi dell’Europa possono sicuramente tenere testa ai politici italiani che hanno ‘dimenticato’ tutto della trattativa (o delle trattative) tra mafia e Stato tra il 1992 e il 1993.

Brutta bestia, l’amnesia. Specie quando si dimenticano gli anni – che pure sono molto vicini – in cui la ‘Grande Europa’ pensava già di sostituire il dollaro con l’euro negli scambi internazionali. Che idea geniale: petrolio e gas da pagare con l’euro sbarazzandoci degli americani. Un paio di anni dopo l’11 settembre sembrava cosa fatta. Invece…

Invece, alla fine del giro, scopriamo che gli americani ci stanno facendo un ‘mazzo così’. O meglio,l stanno facendo all’Unione Europea e quindi anche a noi che facciamo parte della ‘Grande Europa’. Così, da attaccanti, siamo passati in difesa. L’Unione Europea del ‘catenaccio’ all’Helenio Herrera. Solo che mentre la ‘Grande Inter’ di Herrera, con tutto il’catenaccio’le partite le vinceva e le perdeva, la ‘Grande Europa’ le sta perdendo tutte.

Ovviamente, non possiamo dire che stiamo pagando per gli errori commessi da chi ha introdotto e gestito la follia dell’euro. Nel linguaggio diplomatico, si sa, la parola è fatta per mascherare il pensiero. Dobbiamo stare zitti e sorridere. Talleyrand docet.

Pronto accomodo, gli americani hanno imposto il dollaro con le armi. Poi ci hanno regalato i subprime. E una bella crisi finanziaria ed economica. Quindi si sono presi tutto il Mediterraneo. Costringendo l’Italia a partecipare a una guerra contro un Paese – la Libia – del quale eravamo amici (l’Eni, alla fine del 2010, era diventato il punto di riferimento del vecchio governo libico nella gestione degli idrocarburi).

E il bello sapete qual è? Che Berlusconi – nonostante le feste e le escort – queste cose le sapeva. Ma, da capo del governo italiano, ha deciso di allinearsi e di coprirsi con gli americani. Un uomo politico ‘coraggioso’.

Non solo. Siccome gli americani, che ormai sono i padroni del Mediterraneo, hanno bisogno di poter individuare in tempi reali qualunque possibile obiettivo, hanno piazzato il Muos a Niscemi, nel cuore della Sicilia: e da lì, grazie al Muos – uno strumento di guerra fenomenale – controllano mezzo mondo. Pronti a colpire.

Detto questo, in Libia è arrivata la democrazia. Obama di congratula con il popolo libico a nome del popolo americano. Il nostro ministro degli Esteri, Terzi, si congratula con il popolo libico a nome del popolo italiano. Tutti ci congratuliamo della ‘Primavera araba e bla bla bla…

Foto di prima pagina tratta da giornalettismo.com

Foto in alto a destra tratta da jerbanews.blogspot.com

 Foto del Muos di Niscemi

 

Redazione

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