Un consolidato canale di rifornimento con due corrieri albanesi ma anche una presenza militare tra le strade. Sono soltanto alcuni dei dettagli del blitz Drug stable della polizia. Così faceva affari un gruppo criminale riconducibile a Michael Nicotra
La guerra tra clan per controllare le piazze di spaccio Inchiesta cominciò dopo un duplice tentato omicidio
Duplice tentato omicidio, associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga senza l’aggravante mafiosa, detenzione e porto abusivo di armi da guerra e comuni, ricettazione e detenzione di monete false. Questo il lungo elenco di accuse, a vario titolo, che vengono contestate alle persone coinvolte nell’operazione Drug stable della polizia. Gli agenti, su delega della procura etnea, hanno dato esecuzione a un’ordinanza nei confronti di nove soggetti, otto in carcere e uno agli arresti domiciliari.
L’inchiesta partì a maggio 2019, subito dopo il ferimento di due persone che viaggiavano a bordo di uno scooter lungo viale Moncada, nel quartiere popolare Librino. Si trattava di un 23enne colpito da un colpo di pistola al braccio e di un 28enne raggiunto da un proiettile alla spalla. I giovani, orbitanti nella cosca Cappello, si presentarono rispettivamente agli ospedali Garibaldi e Policlinico per essere curati. Durante i sopralluoghi della Scientifica, oltre a numerosi bossoli, venne individuato un vero e proprio arsenale nei pressi di un palazzo poco distanze dal luogo della sparatoria. Tra le armi un fucile d’assalto ma anche alcune pistole mitragliatrici oltre a cartucce e caricatori.
Ad abbandonarle, forse temendo un controllo, fu il pregiudicato Antonio Scordino, ritenuto dagli inquirenti storicamente vicino alla cosca Nizza, inserita nella famiglia di Cosa nostra dei Santapaola-Ercolano. Insieme all’uomo finirono in manette la moglie Giuseppina Patria Aleo e la nuora Maria Giorgia Rungo. Durante una perquisizione gli agenti trovarono a casa di Scordino anche ottomila euro falsi suddivisi in banconote da 20 euro. Dietro il duplice tentato omicidio, stando all’inchiesta, ci sarebbero Antonino Battaglia e Michael Nicotra. Obiettivo quello di punire uno sconfinamento dei pusher in un’area di spaccio che non era di loro competenza.
La polizia ha avuto modo di accertare anche gli affari di Nicotra e soci. Specializzati nel rifornire di marijuana alcune tra le principali piazze di spaccio del capoluogo etneo, smerciando una media di 150 chilogrammi di marijuana al mese e ricevendo ogni due settimane carichi di 70/80 chilogrammi di marijuana dai trafficanti albanesi Doraci Leo Beshir e Leonard Xhafa, entrambi di base a Conversano, in provincia di Bari. I due albanesi sono stati arrestati a ottobre 2020 mentre transitavano, a bordo di due macchine, nei pressi del casello autostradale di San Gregorio. A bordo di una Bmw, preceduta da un’auto staffetta, gli agenti recuperarono 70 chilogrammi di marijuana.
Elenco delle persone coinvolte:
Antonino Battaglia, nato a Catania il 6.6.1990
Beshir, inteso Leo Doraci, nato a Valona (Albania) il 20.2.1986
Fabio Magrì, inteso Fabione, nato a Catania il 23.12.1979
Francesco Ivan Manuli, nato a Catania il 25.7.2000
Antonella Napoli, nata a Catania il 19.2.1987
Michael Nicotra, inteso Maicolino o nano, nato a Catania il 16.12.1993
Luigi Pino, nato a Catania l’8.4.1994
Filippo Scordino, inteso Chicco, nato a Catania il 12.12.1989
Giuliano Giovanni Scordino, nato a Catania il 28.3.1996.