La Corte dei Conti promuove il Comune Aloisio: «Prosegue lotta all’abusivismo»

Comune di Palermo promosso dalla Corte dei Conti. Almeno in tema di partecipate e contrasto all’abusivismo. Dalla relazione del procuratore regionale Giuseppe Aloisio, pronunciata stamattina allo Steri durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, emerge una quadro tutto sommato positivo in due settori delicati e da sempre forieri di guai per sindaci e assessori. Fermo restando, ovviamente, le macchie rappresetate dai singoli, come i tre ispettori superiori dei vigili urbani citati dai magistrati contabili per 62mila euro per danno all’immagine dell’amministrazione del capoluogo dopo la loro condanna penale per concussione.

Mentre a livello regionale le partecipate rappresentano «un autentica piaga, un buco nero che non si riesce a colmare», in molti casi le amministrazioni locali, forse perché costrette a stringere la cinghia dopo anni di tagli ai finanziamenti, si sono mostrate più avvedute e attente ai conti delle municipalizzate, in particolare limitando al massimo le consulenze esterne. Il capoluogo non fa eccezione: «Dal 2012 è stato avviato un percorso di risanamento delle società partecipate – scrive Aloisio nella sua relazione -, ricondotte al modello in house, alle quali, per scelta strategica dell’amministrazione comunale, è affidata la gestione dei servizi d’interesse economico generale (Amap, Amg, Rap – erede dell’Amia – e Amat) e dei servizi strumentali (Sispi e Reset, nata dalle ceneri della Gesip)».

Ebbene, «l’approfondimento in sede istruttoria delle tematiche legate alla gestione delle principali società in house partecipate dal Comune ha messo in luce un soddisfacente indice di patrimonializzazione e una dinamica dei costi di produzione che riflettono l’incremento del valore della produzione registrato dalle società, attraverso scelte di gestione non condizionate soltanto, e in modo assoluto, da un’ottica di risparmio e di contenimento dei costi». In soldoni, i tagli ci sono stati, ma questo non ha bloccato gli investimenti.

«Risultano, in particolare, apportati i correttivi necessari per migliorare le scelte gestionali, alcuni già attuati e altri in corso di adeguamento – prosegue Aloisio -, attraverso specifiche direttive sulla riduzione delle indennità degli amministratori e del costo del personale, sulla predisposizione di analisi periodiche degli scostamenti dai budget assegnati, sulla chiusura della liquidazione di due società indirettamente partecipate dal Comune, nonché sull’adozione di ulteriori misure di razionalizzazione con la dismissione di quote sociali di minoranza». A margine Aloisio ha fornito un dato eloquente: «Dal 2012 ad oggi il buco delle partecipate del Comune di Palermo, che ammontava a 55 milioni di euro, è stato ridotto a circa 2-3 milioni: sono risultati tangibili».

«Le parole del Procuratore – dichiara il sindaco Leoluca Orlando – confermano che abbiamo imboccato la strada giusta verso il risanamento delle società partecipate che, da carrozzoni fuori controllo, retaggio di un oscuro passato, si vanno consolidando come fiori all’occhiello di un’amministrazione virtuosa della res publica, in netta controtendenza con la privatizzazione spregiudicata dei servizi pubblici in altre realtà del nostro Paese».

Quanto alla lotta all’abusivismo edilizio, il procuratore regionale ha ricordato il protocollo d’intesa siglato con la Procura il 23 marzo 2016. Anche su questo fronte i Comuni siciliani si stanno dando da fare. I controlli si stanno intensificando anche perchè le irregolarità e le anomalie sono ormai diffuse dappertutto: «Nel 2016 la Guardia di Finanza ha accertato irregolarità estese su tutto il territorio regionale, in particolare nella Provincia di Palermo dove 78 comuni su 88 hanno presentato irregolarità». Soltanto la Polizia Municipale del capoluogo «l’anno scorso ha verificato più di 600 abusi intimando agli occupanti abusivi il pagamento dei canoni, visto che, ad esempio, non pagavano completamente la tassa dei rifiuti».


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