La campagna Posteggiamo i posteggiatori In settemila su Facebook contro gli abusivi

«Posteggiamo i posteggiatori». Niente più spiccioli per il caffè, né uno o due euro nelle zone delle movida. Perché «io non mi scanto e non pago». L’ondata di denuncia dei giovani – e non solo – siciliani contro i parcheggiatori abusivi parte da Palermo e, attraverso Facebook e Youtube, sta coinvolgendo sempre più cittadini anche a Catania e nel resto dell’isola. Che in più di settemila si sono riuniti in un gruppo sul popolare social network per scambiare esperienze, informazioni e idee su come sensibilizzare chi ancora non ha aderito.

Sul gruppo Facebook Posteggiamo i posteggiatori in queste settimane in molti hanno raccontato le proprie storie di ordinarie prevaricazioni da strada. C’è chi, di fronte al rifiuto di pagare un posteggiatore abusivo sul suolo pubblico, si è visto rovinare la carrozzeria della propria auto e chi invece ha avuto paura per se stesso. Storie diverse ma accomunate dalla stanchezza, che hanno portato i membri del gruppo a varie azioni dimostrative. Prima tra tutte, il mailbombing nei confronti del sindaco palermitano Leoluca Orlando. Che ha pubblicamente invitato la cittadinanza a non pagare «il pizzo da strada».

Ma l’azione di sensibilizzazione non si ferma. E così una ventina di palermitani hanno prestato il proprio volto al video Mettiamoci la faccia, diffuso su Youtube, con lo slogan: «Io non mi scanto e non pago». Facce, ma anche nomi e cognomi e racconti di lotta quotidiana per un parcheggio davvero gratuito. Spesso seguito da «una striscia di vernice sulla macchina» oppure «un tettuccio squarciato». «Quando mi è successo, sono poi andata a denunciare alla polizia e mi è stato risposto “Eh, sì, lo fanno…”», racconta una ragazza.

In video e su Facebook, sono in molti a invocare un maggiore intervento delle forze dell’ordine. E a denunciare l’apparente cecità dei vigili urbani siciliani di fronte agli abusivi del parcheggio. Come Hornitorella, che commenta: «Tu lo sai che davanti al tribunale di Catania, alla mia domanda alla vigilessa su cosa ci facesse il parcheggiatore abusivo lì, lei mi ha risposto “Quello? Ma quello è solo un ragazzo che chiede l’elemosina“». Di fronte all’impotenza, i membri del gruppo puntano sull’informazione – con diverse dritte su come e quando è possibile denunciare – e la sensibilizzazione affinché quanti si rifiutano di pagare siano sempre di più.

Piccoli gesti di denuncia che vengono da due sentimenti diffusi: «Rabbia e stranchezza». Ma non sempre condivisi. «Io, al contrario di molti di voi, non sento troppo il problema dei posteggiatori», scrive un utente sul gruppo Facebook. Perché non ha mai ricevuto minacce, racconta, e quando ha pagato lo ha fatto «perché effettivamente mi hanno aiutato a posteggiare magari spostandomi il motorino che mi intralciava nella manovra». «Sono d’accordo con la base su cui si fonda il gruppo, ma meno con lo spirito di linciaggio urbi et orbi di molti suoi membri», conclude l’utente. Tra i tanti a lamentarsi dei toni razzisti di alcuni commenti, specie relativi ai posteggiatori stranieri.

Ma i più hanno in mente un solo obiettivo: strade libere, per tutti. «Oggi ti dicono “Mi dia un euro perché le ho guardato la macchina – commenta un cittadino nel video – Ma se domani vi dovessero dire “Mi dia un euro perché io le ho guardato i figli“, che cosa farete?».

[Foto di Posteggiamo i posteggiatori]


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Un gruppo per scambiare esperienze di ordinario «pizzo da strada», ma anche dritte utili su come e quando denunciare e proposte di sensibilizzazione dei cittadini. Affinché sempre più persone non paghino per un parcheggio che dovrebbe essere grauito. È l'idea che parte da Palermo ma sta conquistando anche gli utenti etnei del popolare social network. Tra un'iniziativa di mailbombing al sindaco palermitano e un video-manifesto su Youtube

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